Eccoci giunti alla seconda serata del Festival di Sanremo. L’apertura è nuovamente e forse volutamente soft con un balletto a comporre infine la scritta “Sanremo”. Gianni Morandi arriva in una palla del flipper scenografico e raggiunge il palco. Ulteriori appunti sulla conduzione: il comandante Morandi appare ancora molto confuso e non tiene a sufficienza le redini del programma. Esempio eclatante è il lancio della pubblicità in cui al motto “stiamo uniti” (apprezzabile come trovata) seguono istanti di silenzio, di vuoto, colmabili con un semplice ma efficace “a tra poco” che non arriva mai. Inoltre l’eterno ragazzo risulta un po’ costretto in un copione e non riesce a nascondere i momenti in cui “recita” o legge. Infatti uno dei difetti maggiori di questo festival è la mancanza dei tempi televisivi: momenti di silenzio, buchi, spaesamento dei conduttori, imbarazzanti incertezze sul da farsi, battute recitate con poca convinzione che risultano pessime, il tutto spesso risolto con una bella risata delle vallette. Tutto questo fa perdere all’istituzione festival quel briciolo di serietà, rigorosità e professionalità che invece sono necessarie per creare l’atmosfera e le tensione degne delle più grandi edizioni di Sanremo. Morandi ne esce molto male, a mio avviso, senza meritarselo: spesso fa la figura del vecchietto senza personalità e lucidità accompagnato dalle o dai badanti al centro del palco o a lato, in funzione del montaggio/smontaggio del palco.
La serata dona subito un momento a dir poco imbarazzante: l’ingresso di Belen Rodriguez è seguito da un banale e ripetitivo ringraziamento alla mamma e dalla presentazione di Elisabetta Canalis da parte della “rivale” che si spreca in mille parole dolci e poco credibili. Ma l’apice della tristezza è raggiunto dalla Canalis che recita malamente “caro Gianni, questa donna è riuscita a farmi commuovere” e regala a Belen un bacio, detto anche di Giuda. Un finto e ostentato buonismo veramente patetico.
Sul fronte maschile, Luca e Paolo si rivelano come sempre simpatici e dinamici nei brevi sketch singoli con le vallette e nei loro interventi: uno troppo stile “iene”, uno canterino (finalmente con Morandi a ciò che sa fare meglio) e un altro come apprezzabile omaggio a Ric e Gian duo comico degli anni ’70.
Inizia la gara dei big con la seguente scaletta:
1 Nathalie – Vivo sospesa
2 Al Bano – Amanda è libera
3 Modà e Emma – Arriverà
4 Patty Pravo – Il vento e le rose
5 Tricarico – Tre colori
6 Luca Madonia e Franco Battiato – L’alieno
7 Max Pezzali – Il mio secondo tempo
8 La Crus – Io confesso
9 Luca Barbarossa e Raquel Del Rosario – Fino in fondo
10 Davide Van De Sfroos - Yanez
11 Roberto Vecchioni – Chiamami ancora amore
12 Giusy Ferreri – Il mare immenso
A fine serata sono stati eliminati Patty Pravo e Al Bano forse per i motivi che ho spiegato nel post di ieri o forse per altri. Se la vedranno con la Tatangelo e la Oxa per uno scontro molto duro per i due senatori del festival. Sui restanti 10 big nulla di nuovo da aggiungere se non ribadire l’apprezzamento per Nathalie e per i La Crus e in seconda battuta per Luca Madonia, Roberto Vecchioni e Giusy Ferreri.
Molto attesa personalmente è la gara dei giovani che negli ultimi anni ci ha regalato talenti interessanti come Nina Zilli, Malika Ayane, Simone Cristicchi, L’Aura e i Negramaro. Un breve giudizio sui 4 giovani che si sono esibiti nella seconda serata del festival:
Serena Abrami – Lontano da tutto: ex concorrente della seconda edizione di X-Factor, Serena si presenta sul palco dell’Ariston con un pezzo scritto da Niccolò Fabi. La canzone è molto piacevole, ha un ritmo andante che coinvolge e un testo sufficientemente intelligente (“Mi allontano dal tuo abbraccio per poterci ritornare perché sia sempre una scelta e non un patto da onorare” segnalata da Simona V.). Favoritissima per la vittoria finale di venerdì sera.
Anansie – Il sole dentro: ecco il reggae a Sanremo. Un reggae molto orecchiabile con un ritmo ripetitivo ma gradevole e una melodia cantata che rimane immediatamente in testa. Il problema di questo brano è proprio l’essere una via di mezzo tra reggae e pop e le vie di mezzo spesso non funzionano (ci ha provato l’anno scorso anche Fabrizio Moro con Non è una canzone). Infatti Anansie è stato eliminato dal televoto, sempre troppo ingiusto e frettoloso.
Gabriella Ferrone – Un pezzo d’estate: la seconda eliminata della serata. Non si può dire che Gabriella non sia una discreta cantante o che il pezzo non sia una buona prova di r’n b all’italiana, ma quello che l’ha svantaggiata, secondo me, è altro. Una voce già sentita, simile a tante altre, un modo di cantare scontato, stereotipato e e a tratti fastidioso, ma soprattutto un atteggiamento troppo sicuro che forse aggredisce un po’ l’occhio dello spettatore: tante mossette, tante espressioni facciali e tanta recitazione per una 22enne che dovrebbe essere un minimo emozionata. Troppa sicurezza e poca spontaneità.
Raphael Gualazzi – Follia d’amore: una voce delicata su un suono soffice. Un bel jazz stranamente salvato dal pubblico che decide di portarlo in finale, nonostante sia un pezzo molto meno immediato dei precedenti. Unico piccolo difetto sono le improvvise note alte, non sempre precise.
Apprezzabile finora la selezione dei giovani che hanno portato ognuno un genere musicale e un mondo differente.
Finalmente eccoci qui a parlare dei grandi ospiti internazionali. La seconda serata ha visto la presenza di Andy Garcia, che non ha grande motivo di esserci ma è comunque una grande personalità, e della rivelazione pop Eliza Doolittle, che esegue la sua Skinny genes. Palese la voglia della Canalis di ostentare il suo inglese con gli ospiti anche quando non ce n’è alcun bisogno, anche perché c’è la traduttrice simultanea.
Per concludere, possiamo dire che siamo di fronte a un buon festival che ha nella rapidità (non si perde troppo tempo in cose inutili e si conclude la serata non oltre mezzanotte e mezza), nella dinamicità e nelle poche pause pubblicitarie (in confronto agli anni passati) i suoi pregi migliori. Grande attesa per il terzo appuntamento di stasera intitolato “Nata per unire”, eccezionalmente programmato per le 20.40, che renderà omaggio ai 150 anni dall’unità d’Italia, con canzoni storiche eseguite dai big, spesso in duetto. Queste le canzoni e i loro interpreti: Patty Pravo – Mille lire al mese, Nathalie – Il mio canto libero, Roberto Vecchioni – ‘O surdato ‘nnammurato, Giusy Ferreri – Il cielo in una stanza, Luca Madonia e Franco Battiato – La notte dell’addio, Max Pezzali – Mamma mia dammi cento lire (con Arisa), La Crus – Parlami d’amore Mariù, Anna Oxa – ‘O sole mio, Modà e Emma – Here’s to you, Tricarico – L’italiano (con Toto Cutugno), Al Bano – Va, pensiero, Anna Tatangelo – Mamma, Luca Barbarossa e Raquel Del Rosario – Addio mia bella addio, Davide Van De Sfroos – Viva l’Italia. Inoltre Roberto Benigni apparirà sul palco intorno alle 22.30 per una spiegazione dell’Inno di Mameli, simbolo dell’unità nazionale.
A domani!
D9P
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