Quale migliore presentazione e sunto del nuovo disco di Jovanotti, Ora, se non il primo singolo Tutto l’amore che ho? Da questo atteso album, che segue l’enorme successo di Safari, escono due facce di Lorenzo Cherubini: il già apprezzato lato romantico, il cui apice in carriera si chiama A te, e il lato vintage, che riporta il cantautore al suo passato hip-hop/dance. Il primo singolo, in heavy rotation in tutte le radio, racchiude perfettamente questi due aspetti perché a una base che rispolvera beat e suoni dance Jovanotti sovrappone un testo completamente dedito alla Lei di ciascuno di noi. Ed è così che fa bingo.
Questo è il fil rouge che accompagna tutta la tracklist: brani lenti si intervallano a brani più movimentati e a questi giusti mix di cuore e gambe. Un primo esempio può essere la seconda traccia, Le tasche piene di sassi, che, a parte lo sciagurato titolo, dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, il talento cantautoriale del moderno Jovanotti, e che potrebbe essere il secondo singolo. La formula è quella di A te: un bel pianoforte e un testo davanti al quale non ci si può non scogliere. Ascoltando, ascoltando, nasce spontanea una domanda: perché Jovanotti insiste sulle esse che tanto hanno condizionato la sua carriera? Il ritornello recita “Sono Solo Stasera Senza di te, mi hai laSciato da Solo davanti a Scuola”. Sembra un tantino forzato, contando che nel parlare questa zeppola l’ha persa, ma lascio queste conclusioni a voi.
Con Amami ci si butta decisamente in pista. Come detto in precedenza, il sound dance che Jovanotti ha voluto dare alla sua nuova opera rompe quasi nettamente con Safari, molto più pop. Amami apre anche e soprattutto all’elettronica abbinandogli una melodia ripetitiva ma che cattura. Jovanotti spalanca il suo disco a tanti dj che potranno cimentarsi in svariati remix di canzoni già ben predisposte. La traccia numero 4 è la title-track Ora, anch’essa con numerosi effetti che vanno nella direzione degli altri brani, seppur più lenta; dei bei chitarroni accompagnano il testo di Il più grande spettacolo dopo il Big Bang che anticipa forse la canzone migliore del disco: L’elemento umano, con un cameo dell’amico Luca Carboni tutto da trovare. Ma il raggio di sole dell’album è La bella vita, brano italo-francese spensierato, allegro e molto solare. Tra le ultime tracce spiccano le movimentate La notte dei desideri e La porta è aperta (tutta da ballare) e la lentissima Un’illusione.
Ora si presenta in due versioni disco singolo o doppio. Per quanto Jovanotti abbia detto che la versione “normale” sia quella più completa mentre il disco singolo sia l’edizione speciale, mi permetto di dire che il secondo cd risulta abbastanza inutile perché distante dal target a cui si rivolge il primo. Troppo sperimentale verso la dance, con testi spesso insulsi ad esclusione di I pesci grossi in cui Cesare Cremonini restituisce il favore regalando a Lorenzo le fortunate melodie di Mondo.
Per concludere vorrei esprimermi sulla grafica di questa nuova opera di Jovanotti che ha avviato una collaborazione con l’artista post-dadaista Maurizio Cattelan. A parte la copertina (praticamente identica a quella di Safari), il booklet di Ora è ricco di foto artistiche scattate da Cattelan (che, per chi non lo sapesse, non è quello di Quelli che il calcio o di Radio 105) che non creano grande coerenza interna alla grafica. Sicuramente non possiedo la sensibilità per poter apprezzare questo genere artistico ma la prima impressione è stata quella.
D9P
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