domenica 19 febbraio 2012

Vasi Sanremesi 2012: Quinta puntata - La finale

Storia di un Festival già scritto. Se anche voi, come me, avete creduto, anche solo per un attimo, vi siete illusi, che le vittorie di Roberto Vecchioni e di Raphael Gualazzi nella scorsa edizione del Festival di Sanremo potessero segnare il passo a una manifestazione dalla ritrovata dignità e credibilità, dopo le vittorie di Marco Carta e Valerio Scanu, sarete rimasti, come me, molto delusi dalla conclusione della 62ª edizione del Festival della Canzone Italiana. Gli indizi c’erano già tutti: la vittoria al televoto di Alessandro Casillo (per chi non lo sapesse, già vincitore di Io canto su Canale 5) nella categoria Giovani doveva mettere in allarme gli spettatori. Un ragazzo impacciato sul palco, che avrà “solo” 15 anni, ma che non conosce neanche una canzone di Adriano Celentano, neanche Azzurro, che si presenta con una canzone mediocre e nonostante tutto ciò, vince. Ma ancora, la classifica provvisoria e la sala stampa hanno voluto illuderci, consegnando la vittoria ad Arisa (come profetizzato da VC) e i due posti sul podio agli idoli del televoto, Emma e Gigi D’Alessio, quest’ultimo escluso dal golden share che ha premiato Noemi.
Alla fine tutto è tornato alla normalità. Il 49,63% del televoto è stato per Non è l'inferno della cantante salentina contro il 35,53% per Arisa e il 14,84% per Noemi. Emma, da buona star televisiva, sa che due lacrime piazzate nei momenti giusti non fanno mai male; cade però quando, incalzata da Morandi, non conosce neanche gli autori della sua canzone, e ho detto tutto. Ora, lungi da me sostenere che Emma non abbia talento o che non sappia cantare; il problema è un altro: il Festival di Sanremo viene nuovamente vinto da un’artista che, oltre a vincere Amici, non ha fatto assolutamente niente e probabilmente poco farà, esattamente come Valerio Scanu e Marco Carta, ma che gode di una popolarità che prescinde la musica, la carriera o un progetto musicale a lungo termine. E tutto ciò è insito nel “sistema Amici”: non si parla di musica ma si creano personaggi da dare in pasto al pubblico. Questa è la differenza principale con, per esempio, X-Factor, talent show da cui sono usciti degli artisti più o meno forti ma che hanno intrapreso un percorso al di fuori del programma. Si veda Noemi che, prima di sbarcare a Sanremo per la prima volta, aveva già guadagnato una dignità artistica indipendente da X-Factor, con all’attivo due singoli che hanno spopolato in radio come Briciole e il capolavoro L’amore si odia.
E non si tratta neanche di una canzone che verrà ricordata o meno, perché ormai ben poche canzoni, dentro e fuori Sanremo, vengono ricordate a distanza di tempo. Ma è sempre bello sparare sul Festival usando questa scusa. Quel che mi preoccupa è che la vittoria di Emma non fa altro che allontanare ancora di più i giovani (e non parlo delle ragazzine ossessionate da Amici) dal Festival di Sanremo, che perde in credibilità e dignità. Neanche Chiamami ancora amore di Roberto Vecchioni passerà alla storia e sarà ricordata da generazioni e generazioni, ma nell’albo d’oro dei vincitori nessuno si stupirà di leggere un’artista come il Professore. Vecchioni verrà ricordato, Emma verrà ricordata fino al prossimo vincitore di Amici.

Il televoto è dunque la condanna del Festival? Non saprei. Il sistema di votazione misto mi sembra, in realtà, abbastanza equo mentre la finale a tre riservata solo al televoto potrebbe essere eccessiva. Un’idea potrebbe essere quella di creare un sistema ancora più misto con un 25% al televoto, un 25% alla sala stampa, un 25% alla giuria demoscopica e un 25% all’orchestra, o qualcosa del genere. Ma gli introiti economici valgono più della tradizione.
Non ci resta che consolarci con il Premio della critica Mia Martini, conquistato quest’anno da Samuele Bersani, già vincitore nel 2000 con Replay, e con la partecipazione di Nina Zilli al prossimo Eurovision Song Contest, manifestazione musicale europea riscoperta l’anno passato dall’Italia che ha inviato Raphael Gualazzi, piazzatosi al secondo posto finale.

Mettendo da parte la musica, l’ultima serata del Festival di Sanremo, per quanto lunga, è passata senza grandi emozioni o momenti eclatanti. È stata la serata del ritorno di Adriano Celentano che si è però limitato a rispondere alle critiche, a ricevere i fischi di un pubblico, sempre e comunque elegante, e a cantare due estratti dal suo ultimo album Facciamo finta che sia vero, La cumbia di chi cambia e Ti penso e cambia il mondo, quest’ultima in duetto con Gianni Morandi. Un momento sentito con le lacrime di Morandi che accantonano tutte le parole e le critiche che ruotano attorno a Celentano.


Uno dei momenti più emozionanti della serata potrebbe esser stato il primo ingresso di Ivana Mrazova con un abito a dir poco mozzafiato, una delle sue migliori prestazioni. Gli ospiti comici sono stati i ritrovati Luca e Paolo, essenziali ma efficaci, e la simpatica Geppi Cucciari che personalmente avrei tenuto per tutte e cinque le serate a dare un po’ di dinamismo al programma. Una nota dolente è stato il continuo pubblicizzare i futuri prodotti Rai: Affari tuoi, Domenica In e le fiction Il giovane Montalbano e Walter Chiari.
Il 62° Festival della Canzone Italiana di Sanremo è concluso e con esso l’esperienza del direttore artistico Gianmarco Mazzi, già arruolato (ma guarda un po’!) per il serale di Amici di Maria De Filippi. È stata un’edizione in continuità con la passata, visti i protagonisti e l’impostazione. Ciò che è cambiato è stato il risultato; ma nel business che ruota intorno al mercato musicale è meglio non addentrarcisi e sperare in un Festival più rappresentativo e che rispetti la lunga e gloriosa tradizione è tutto ciò che ci rimane.
D9P

4 commenti:

Lares ha detto...

Ci sono rimasto veramente male!
vabbé che tu sei sempre stato troppo di parte verso Renga ;) però non mi sarei mai aspettato una classifica finale del genere... non so di chi sia la colpa, se gli Italiani hanno voluto così che possiamo farci...
Sono contentissimo per il "mio" Bersani, che ha ottenuto probabilmente il vero premio del festival!

Anonimo ha detto...

Mah..non mi è sembrato di essere di parte verso Renga..
Che poi le sue esibizioni fossero di un altro livello è un altro discorso. Ma sinceramente non volevo vincesse lui..

Giorgio Cammareri ha detto...

A me non è piaciuto per nulla l'intervento di Celentano: è caduto nella provocazione dei media e, provando a replicare alle (dure) critiche ricevute, sì è arroccato su una sorta di giustificazione/ritrattazione/lezione di catechismo che ben poco aveva da spartire con il tema del Festival.

Anonimo ha detto...

No ma infatti sono d'accordo con te. Sia nella prima che nella quinta puntata, poteva fare ben di meglio...

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