L’anteprima della terza serata del Festival di Sanremo vede, finalmente, protagonista Rocco Papaleo e la sua voglia di cantare il brano Come vivere, che ritornerà durante tutta la serata. L’inizio di puntata continua a essere azzeccato con Gianni Morandi impegnato in ciò che sa fare meglio, cantare: esegue Dio come ti amo di Domenico Modugno e Gli uomini non cambiano di Mia Martini, per poi ricordare Giancarlo Bigazzi, grande autore della musica italiana recentemente scomparso, e Claudio Villa, al venticinquennale della sua morte. Gianni Morandi appare nel corso dello spettacolo molto più impacciato del solito, sia da solo che con gli ospiti, con un inglese decisamente da rivedere. Morandi, da buon italiano, riesce comunque a farsi capire e a emozionarsi con Josè Feliciano che gli dà l’occasione di cantare. Sin da inizio puntata, è sembrato a tutti, in un'edizione di Sanremo continuamente incerta, di essersi liberati di Elisabetta Canalis e Belen Rodriguez, che lasciano spazio alla vera padrona di casa 2012, Ivana Mrazova e la sua bellezza statuaria, che cresce col passare delle sere. Il balletto sulle note di Feeling good non sarà proprio il massimo ma è sicuramente un progresso rispetto a quello di mercoledì. Rocco Papaleo continua a convincere grazie alla sua poliedricità e alla sua versatilità: entra mostrando la copertina del Taim e si sfoga contro i giornalisti, rei di non considerarlo al pari della farfalla di Belen; canta e recita senza lasciarsi sfuggire qualche battuta qua e là e approfitta della serata per interagire con gli artisti, complimentandosi sottovoce, a microfono aperto. L’ospite della serata è Federica Pellegrini che si concede a una spensierata intervista con Morandi.
Mai come in questa serata, la musica è stata protagonista, all’insegna dei grandissimi ospiti, come non si vedeva da anni sul palco dell’Ariston. Ma è stato anche il momento dei primi verdetti definitivi: i quattro eliminati di mercoledì si sono riesibiti (con libertà di anticipare il duetto del venerdì, utilizzato solo dai Marlene Kuntz che hanno ospitato Samuel dei Subsonica) e si sono sottoposti al televoto. Ripescati, come prevedibile, Pierdavide Caronee e Gigi D’Alessio con le seguenti percentuali: Carone-Dalla 49%, D’Alessio-Bertè 31%, Irene Fornaciari 13%, Marlene Kuntz 7%. La fama del programma della De Filippi ha aiutato ancora una volta un Amico.
La gara è però stata offuscata dalle performance di Viva l’Italia con alcune delle più grandi canzoni italiane, conosciute in tutto il mondo, interpretate dai 14 Big e da più o meno importanti ospiti. La Sala Stampa è stata incaricata di individuare e premiare la miglior esibizione, che si è rivelata quella dei Marlene Kuntz con Patti Smith: magra, ma neanche troppo, consolazione di un Festival che per loro finisce qui. Vediamo nel dettaglio:
Chiara Civello e Shaggy: Giusto per rovinare ancora di più la sua immagine, Chiara Civello si presenta sul palco con un bel tamarro come Shaggy. Iniziano con un’inutilissima e, a quanto pare imprevista da Morandi, Boombastic, per poi crollare definitivamente con Io che non vivo di Pino Donaggio: Shaggy non è capace a cantare normalmente e Chiara Civello si dimostra decisamente mediocre.
Samuele Bersani e Goran Bregovic: Eseguono una versione alternativa del classico Romagna mia, che “annulla l’Adriatico”. Difficile trovare un modo per non far sembrare Romagna mia quello che è, vale a dire un ballo da balera, ma lo sforzo è apprezzabile. Bregovic interpreta poi un suo brano, Balkanjeros portando sul palco dell’Ariston la lingua gitana per la prima volta.
Nina Zilli e Skye: Interpretazione perfetta di Grande grande grande (Never never never) di Mina per due grandi voci. Rome wasn’t build in a day conclude l’esibizione.
Matia Bazar e Al Jarreau: I Matia Bazar risollevano le loro sorti con il tema de Il padrino, Parla più piano, con la collaborazione di Al Jarreau, grande voce americana, che poi regala al pubblico italiano una sua canzone We’re in this love togheter.
Emma Marrone e Gary Go: I due fanno a gara a chi è conciato peggio, tra una canottiera trasparente, un paio di occhiali rossi e un taglio di capelli rivedibile. Il paradiso di Patty Pravo è interpretata senza infamia né lode così come Wonderful di Gary Go. Senza problemi viene ammesso che i due si sono conosciuti solo in mattinata, a dimostrazione dell’affiatamento e del progetto musicale che sta dietro questo duetto.
Arisa e Josè Feliciano: Arisa dimostra ancora una volta il suo grande talento da interprete con Che sarà dei Ricchi e Poveri, portata al successo anche da Josè Feliciano, che l’accompagna sul palco con la sua chitarra. Un duetto ben riuscito. Feliciano introduce simpaticamente C’era un ragazzo, eseguita con Morandi.
Francesco Renga e Sergio Dalma: Che dire ancora sulla voce di Renga? Il mondo di Jimmy Fontana è perfetta, intensa e calda. Sergio Dalma, che sta proponendo i successi della canzone italiana in Spagna, esegue poi Bella senz’anima di Riccardo Cocciante, con Renga.
Pierdavide Carone, Lucio Dalla e Mads Langer: Il trio propone una versione delicata di Anema e core, internazionalizzata dalla presenza di Mads Langer, insolitamente inserito nel pezzo. Il duetto continua sulle note di You’re not alone, recente hit di Langer, dove Carone non si dimostra altrettanto efficace.
Irene Fornaciari, Kerry Ellis e Brian May: Papà Zucchero deve avere proprio le conoscenze giuste per trovare un tale accompagnatore per la figlia. La versione rock di Uno dei tanti non impressiona, nonostante l’intensità, la chitarra di May e la voce della Ellis, già collaboratrice del chitarrista per progetti teatrali e musicali. Pochi sono su quel palco per caso o per puro amore della musica. Di tutt’altro appeal è ovviamente We will rock you.
Marlene Kuntz e Patti Smith: Sale la cifra artistica della serata con una delle più belle canzoni italiane di tutti i tempi, Impressioni di settembre della PFM, eseguita dai Marlene Kuntz e da una quantomai mascolina Patti Smith. Il risultato è eccezionale con il rock della band cuneese alimentato dalla personalità di Patti Smith che non può non regalare al pubblico il suo più grande successo, Because the night.
La gara è però stata offuscata dalle performance di Viva l’Italia con alcune delle più grandi canzoni italiane, conosciute in tutto il mondo, interpretate dai 14 Big e da più o meno importanti ospiti. La Sala Stampa è stata incaricata di individuare e premiare la miglior esibizione, che si è rivelata quella dei Marlene Kuntz con Patti Smith: magra, ma neanche troppo, consolazione di un Festival che per loro finisce qui. Vediamo nel dettaglio:
Chiara Civello e Shaggy: Giusto per rovinare ancora di più la sua immagine, Chiara Civello si presenta sul palco con un bel tamarro come Shaggy. Iniziano con un’inutilissima e, a quanto pare imprevista da Morandi, Boombastic, per poi crollare definitivamente con Io che non vivo di Pino Donaggio: Shaggy non è capace a cantare normalmente e Chiara Civello si dimostra decisamente mediocre.
Samuele Bersani e Goran Bregovic: Eseguono una versione alternativa del classico Romagna mia, che “annulla l’Adriatico”. Difficile trovare un modo per non far sembrare Romagna mia quello che è, vale a dire un ballo da balera, ma lo sforzo è apprezzabile. Bregovic interpreta poi un suo brano, Balkanjeros portando sul palco dell’Ariston la lingua gitana per la prima volta.
Nina Zilli e Skye: Interpretazione perfetta di Grande grande grande (Never never never) di Mina per due grandi voci. Rome wasn’t build in a day conclude l’esibizione.
Matia Bazar e Al Jarreau: I Matia Bazar risollevano le loro sorti con il tema de Il padrino, Parla più piano, con la collaborazione di Al Jarreau, grande voce americana, che poi regala al pubblico italiano una sua canzone We’re in this love togheter.
Emma Marrone e Gary Go: I due fanno a gara a chi è conciato peggio, tra una canottiera trasparente, un paio di occhiali rossi e un taglio di capelli rivedibile. Il paradiso di Patty Pravo è interpretata senza infamia né lode così come Wonderful di Gary Go. Senza problemi viene ammesso che i due si sono conosciuti solo in mattinata, a dimostrazione dell’affiatamento e del progetto musicale che sta dietro questo duetto.
Arisa e Josè Feliciano: Arisa dimostra ancora una volta il suo grande talento da interprete con Che sarà dei Ricchi e Poveri, portata al successo anche da Josè Feliciano, che l’accompagna sul palco con la sua chitarra. Un duetto ben riuscito. Feliciano introduce simpaticamente C’era un ragazzo, eseguita con Morandi.
Francesco Renga e Sergio Dalma: Che dire ancora sulla voce di Renga? Il mondo di Jimmy Fontana è perfetta, intensa e calda. Sergio Dalma, che sta proponendo i successi della canzone italiana in Spagna, esegue poi Bella senz’anima di Riccardo Cocciante, con Renga.
Pierdavide Carone, Lucio Dalla e Mads Langer: Il trio propone una versione delicata di Anema e core, internazionalizzata dalla presenza di Mads Langer, insolitamente inserito nel pezzo. Il duetto continua sulle note di You’re not alone, recente hit di Langer, dove Carone non si dimostra altrettanto efficace.
Irene Fornaciari, Kerry Ellis e Brian May: Papà Zucchero deve avere proprio le conoscenze giuste per trovare un tale accompagnatore per la figlia. La versione rock di Uno dei tanti non impressiona, nonostante l’intensità, la chitarra di May e la voce della Ellis, già collaboratrice del chitarrista per progetti teatrali e musicali. Pochi sono su quel palco per caso o per puro amore della musica. Di tutt’altro appeal è ovviamente We will rock you.
Marlene Kuntz e Patti Smith: Sale la cifra artistica della serata con una delle più belle canzoni italiane di tutti i tempi, Impressioni di settembre della PFM, eseguita dai Marlene Kuntz e da una quantomai mascolina Patti Smith. Il risultato è eccezionale con il rock della band cuneese alimentato dalla personalità di Patti Smith che non può non regalare al pubblico il suo più grande successo, Because the night.
Gigi D’Alessio, Loredana Bertè e Macy Gray: Almeno tu nell’universo è una di quelle canzoni eterne e come tutte le canzoni eterne, è difficile da rovinare. Gigi D’Alessio e Loredana Bertè comunque ci hanno provato per non farsi mancare niente. La canzone è talmente bella che sopravvive e la presenza di Macy Gray è inutile, come inutile è il duetto finale con D’Alessio.
Eugenio Finardi e Noa: Una versione particolare di Torna a Surriento, mezza napoletana e mezza inglese. La contrapposizione tra la delicatezza di Noa e il rock di Finardi (sorprendentemente adatto al ruolo) può infastidire ma l’idea è certamente positiva. Nulla da dire sul talento di Noa, sia sulle note napoletane di Murolo sia su Life is beautiful.
Dolcenera e Professor Green: Dolcenera se la cava bene con Vita spericolata e l’intervento del rapper consegna alla canzone una nuova atmosfera, interessante. Read all about it è la celebrazione di una collaborazione iniziata prima di Sanremo.
Noemi e Sarah Jane Morris: L’unione tra le due cantanti è forse la miscela di voci migliore della serata con Amarsi un po’ di Lucio Battisti. Noemi dimostra di avere un talento nettamente superiore a qualsiasi Amico di Maria, se ancora ce ne fosse bisogno. Lo spettacolo continua sulle note di Fast car di Tracy Chapman.
Eugenio Finardi e Noa: Una versione particolare di Torna a Surriento, mezza napoletana e mezza inglese. La contrapposizione tra la delicatezza di Noa e il rock di Finardi (sorprendentemente adatto al ruolo) può infastidire ma l’idea è certamente positiva. Nulla da dire sul talento di Noa, sia sulle note napoletane di Murolo sia su Life is beautiful.
Dolcenera e Professor Green: Dolcenera se la cava bene con Vita spericolata e l’intervento del rapper consegna alla canzone una nuova atmosfera, interessante. Read all about it è la celebrazione di una collaborazione iniziata prima di Sanremo.
Noemi e Sarah Jane Morris: L’unione tra le due cantanti è forse la miscela di voci migliore della serata con Amarsi un po’ di Lucio Battisti. Noemi dimostra di avere un talento nettamente superiore a qualsiasi Amico di Maria, se ancora ce ne fosse bisogno. Lo spettacolo continua sulle note di Fast car di Tracy Chapman.
La semifinale di stasera sarà dedicata, nuovamente, ai duetti, stavolta però sulle canzoni inedite in gara. Il sistema di votazione sarà misto tra televoto del pubblico e giudizi della Sanremo Festival Orchestra che sanciranno l’eliminazione di altri due Big a fine serata. Inoltre ci sarà la finale tra i quattro giovani rimasti che si esibiranno e verranno valutati tramite lo stesso sistema dei Big ma con due golden share, uno della giuria delle radio e uno del popolo di Facebook. I golden share permetteranno agli artisti più votati di scalare di una posizione in graduatoria e di raggiungere la vittoria.
Ecco i duetti della serata in ordine alfabetico:
Arisa – La notte con Mauro Ermanno Giovanardi
Chiara Civello – Al posto del mondo con Francesca Michielin
Ecco i duetti della serata in ordine alfabetico:
Arisa – La notte con Mauro Ermanno Giovanardi
Chiara Civello – Al posto del mondo con Francesca Michielin
Dolcenera – Ci vediamo a casa con Max Gazzè
Emma Marrone – Non è l’inferno con Alessandra Amoroso
Emma Marrone – Non è l’inferno con Alessandra Amoroso
Eugenio Finardi – E tu lo chiami Dio con Peppe Servillo
Francesco Renga – La tua bellezza con Scala & Kolacny Brothers
Gigi D’Alessio e Loredana Bertè – Respirare con Fargetta
Matia Bazar – Sei tu con Platinette
Nina Zilli – Per sempre con Giuliano Palma e Fabrizio Bosso
Noemi – Sono solo parole con Gaetano Curreri
Pierdavide Carone e Lucio Dalla – Nanì con Gianluca Grignani
Samuele Bersani - Un pallone con Paolo Rossi
Gigi D’Alessio e Loredana Bertè – Respirare con Fargetta
Matia Bazar – Sei tu con Platinette
Nina Zilli – Per sempre con Giuliano Palma e Fabrizio Bosso
Noemi – Sono solo parole con Gaetano Curreri
Pierdavide Carone e Lucio Dalla – Nanì con Gianluca Grignani
Samuele Bersani - Un pallone con Paolo Rossi
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