Doveva andare tutto male perché tutto andasse bene.
Quando parlai, qui, per la prima volta, della questione Eternit, per gli imputati si stava delineando un profilo decisamente roseo: un risarcimento non troppo cospicuo e una pericolosa tendenza ad accettare un offerta che avrebbe potuto garantire un qualche sconto di pena agli imputanti, De Cartier e Schmidheiny.
Nell’ultimo mese, sono cambiate molte cose. Il comune di Casale, alla fine, dopo mille polemiche e mille pantomime (a onor del vero, non troppo da parte del sindaco ma soprattutto da parte di alcuni suoi assessori e colleghi peraltro attualmente sotto processo) ha deciso di declinare un’offerta che, più che spaccare una comunità, l’aveva fatta infuriare, anche e soprattutto per l’arroganza con la quale era stata formulata.
Quando parlai, qui, per la prima volta, della questione Eternit, per gli imputati si stava delineando un profilo decisamente roseo: un risarcimento non troppo cospicuo e una pericolosa tendenza ad accettare un offerta che avrebbe potuto garantire un qualche sconto di pena agli imputanti, De Cartier e Schmidheiny.
Nell’ultimo mese, sono cambiate molte cose. Il comune di Casale, alla fine, dopo mille polemiche e mille pantomime (a onor del vero, non troppo da parte del sindaco ma soprattutto da parte di alcuni suoi assessori e colleghi peraltro attualmente sotto processo) ha deciso di declinare un’offerta che, più che spaccare una comunità, l’aveva fatta infuriare, anche e soprattutto per l’arroganza con la quale era stata formulata.
Ieri, 13 Febbraio 2012, a Torino, alla fine è arrivata la sentenza penale. Il lavoro del PM Guariniello e il pressante attivismo dei familiari delle vittime hanno portato i due imputati a condanne di 16 anni di carcere, al pagamento delle spese processuali e a cospicui risarcimenti, a partire da 25 milioni di Euro che spetteranno alla città di Casale, ancora in attesa del procedimento civile. A vedere il risarcimento saranno inoltre le famiglie di circa 3000 vittime, anche se la sentenza, storica per il suo essere finalmente a carico della proprietà dell’azienda, ha lasciato l’amaro in bocca alle famiglie di circa 500 altri morti, soprattutto originari di Rubiera, a causa della messa in prescrizione di alcuni periodi temporali. Il giudice ha letto i nomi delle vittime, uno per uno, per ore intere: più di milleduecento persone, in aula, li hanno ascoltati con rispetto e commozione.
Uno delle immagini più cariche di significato dell’intera vicenda è lo sguardo della signora Romana Blasotta Pavesi, ottantadue anni e cinque familiari uccisi dall’amianto. L’arroganza con la quale Schmidheiny aveva offerto un risarcimento in cambio della nomea di benefattore cittadino si è scontrato con la determinazione di una signora anziana che è diventata il simbolo della dignità di migliaia di persone disposte, in questi tempi sembra quasi strano, a rinunciare a qualche soldo sicuro per salvare la dignità di una città che oggi è un esempio per il mondo intero.
È nelle parole del magistrato torinese che si trova tutta l’eccezionalità di quanto accaduto: all’inizio, Guariniello stesso fu molto scettico sulle possibilità di vittoria, mentre ieri si è arrivati a una sentenza che è destinata a fare storia in tutto il modo. Chi chiedeva ‘Eternit: Giustizia!’ dai balconi, dalle piazze, dalle strade e dalle stesse mura della cosiddetta ‘Fabbrica dei Tumori’, alla fine, ha vinto.
Uno delle immagini più cariche di significato dell’intera vicenda è lo sguardo della signora Romana Blasotta Pavesi, ottantadue anni e cinque familiari uccisi dall’amianto. L’arroganza con la quale Schmidheiny aveva offerto un risarcimento in cambio della nomea di benefattore cittadino si è scontrato con la determinazione di una signora anziana che è diventata il simbolo della dignità di migliaia di persone disposte, in questi tempi sembra quasi strano, a rinunciare a qualche soldo sicuro per salvare la dignità di una città che oggi è un esempio per il mondo intero.
È nelle parole del magistrato torinese che si trova tutta l’eccezionalità di quanto accaduto: all’inizio, Guariniello stesso fu molto scettico sulle possibilità di vittoria, mentre ieri si è arrivati a una sentenza che è destinata a fare storia in tutto il modo. Chi chiedeva ‘Eternit: Giustizia!’ dai balconi, dalle piazze, dalle strade e dalle stesse mura della cosiddetta ‘Fabbrica dei Tumori’, alla fine, ha vinto.
Falco_Nero87,
il casalese Alberto Sistri.
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