Tutti i campionati d’Europa sono finiti e quindi di conseguenza abbiamo anche vincitori e vinti. Avendo già parlato di ciò che è accaduto in serie A (link) così come già fatto per il campionato portoghese (link), ora vi farò una breve panoramica sugli esiti dei restanti tornei.
Premier League : il campionato più combattuto è stato ancora una volta quello inglese. Il livello di tale lega è ormai molto alto e l’appeal che suscita a livello di pubblico, per gli stessi giocatori e per gli investitori stranieri ne è la prova. Il verdetto di quest’anno però va un po’ oltre in quanto a vincere è stato il Manchester United di Ferguson. Questa ovviamente non è una gran novità ma parlando di numeri ci si accorge come questo successo porti i Red Devils a quota 19 titoli in Premier, permettendogli di scavalcare il Liverpool fermo a quota 18. Questo dato va letto associandolo all’era Ferguson (da 25 anni manager dello United), in quanto prima del suo arrivo i titoli vinti erano solo 7, dalla stagione 1992/93 il Manchester ha fatto suo il titolo per ben 12 volte. Quest’anno ha vinto sicuramente la squadra più continua, la più solida e quella che meglio ha saputo adattarsi all’andamento del campionato. Ferguson è stato un maestro nel saper sfruttare pazientemente tutti i suoi effettivi, ruotandoli e soprattutto dando il giusto spazio a quelli che erano maggiormente in forma nel corso della stagione. Berbatov ad esempio, che si è aggiudicato la classifica cannonieri, negli ultimi 3 mesi ha giocato pochissimo complice l’esplosione di Hernandez e la rinascita (fisica) di Wayne Rooney. A centrocampo Nani, miglior assistman della Premier, ultimamente ha lasciato molto spazio a Valencia che ha saltato tutta la prima parte di stagione causa infortunio.
Parlando dei singoli c’è da esaltare la fantastica stagione di Nemanja Vidic, premiato come miglior giocatore della Premier, capitano di questa squadra, un muro insuperabile e fondamentale per tutta la stagione; impossibile non parlare di Ryan Giggs, dal 1991 lo United può contare su questo fantastico giocatore, quest’anno Ferguson ha pensato bene di riciclarlo, vista l’età, come interno del centrocampo a 3 e lui l’ha ripagato con una stagione sontuosa condita di grandi prestazioni e gol nelle gare decisive, il tutto a 37 anni. Detto della rinascita di Rooney, fondamentale per la sua duttilità, classe, tenacia c’è da sottolineare la prima stagione del messicano Chicharito Hernandez. Probabilmente Ferguson gli darà una maglia da titolare anche nella finale di Wembley e questo sta a dimostrare l’importanza che ha saputo ritagliarsi nella squadra; non è una seconda punta capace di saltare uomini come birilli, spesso sparisce dalla partita per minuti eppure quando c’è da esser decisivi lui arriva sempre prima del diretto marcatore, con le dovute proporzioni un Inzaghi giovane, un po’ più aggraziato e per ora con meno senso del gol e malizia. I complimenti da fare a questa squadra sono doppi se si pensa il livello del campionato ed il fatto che siano anche arrivati in finale di Champions per la terza volta in 4 anni.
Liga: il campionato spagnolo è qualche anno che mi entusiasma sempre meno. Il divario che c’è tra le due big ed il resto delle squadre è talmente marcato che si va sempre più verso quei campionati dall’esito quasi scontato, senza eccessiva bagarre. Il Barça ha dominato, non sono bastati Mourinho e i milioni di Florentino Perez per sovvertire quello che ormai è un ciclo vincente consolidato. Per il terzo anno consecutivo gli uomini di Guardiola hanno trionfato finendo a +4 sul Real secondo e a + 25 sulla terza, il Valencia. Quest’ultimo dato testimonia le due differenti velocità alla quale vanno le squadre spagnole. Il gioco dei catalani ha vinto su tutti e tutti, troppo coinvolgente, troppo paziente, troppo unico per non essere vincente. Al Real non sono bastati i 40 gol (record assoluto) di Cristiano Ronaldo, Messi si è fermato a 31 ma complessivamente è stato più decisivo del portoghese contribuendo anche con moltissimi assist alla vittoria finale.
Il Valencia terzo accede direttamente (e meritatamente) alla Champions vincendo il campionato “terrestre”, proponendo un gioco simile a quello del barça, con tanto possesso palla e buone individualità a fare la differenza. L’ultimo posto per l’Europa che conta lo prende il Villareall di Giuseppe Rossi, decisivo con i suoi 18 gol e a quanto pare in procinto di trasferirsi al Barcellona per una cifra considerevolissima (basterà questo per convincere Prandelli ad affidargli le chiavi dell’attacco italiano o prevarrà l’assurda ostinazione con l’eterno “questa volta è cambiato” Antonio Cassano?!)
Il Valencia terzo accede direttamente (e meritatamente) alla Champions vincendo il campionato “terrestre”, proponendo un gioco simile a quello del barça, con tanto possesso palla e buone individualità a fare la differenza. L’ultimo posto per l’Europa che conta lo prende il Villareall di Giuseppe Rossi, decisivo con i suoi 18 gol e a quanto pare in procinto di trasferirsi al Barcellona per una cifra considerevolissima (basterà questo per convincere Prandelli ad affidargli le chiavi dell’attacco italiano o prevarrà l’assurda ostinazione con l’eterno “questa volta è cambiato” Antonio Cassano?!)
Bundesliga: alla fine il BVB ha resistito al ritorno delle aspirine (Bayer Lerkusen) e dopo 9 anni è tornato a conquistare il meisterschale grazie ad una fantastica stagione, dominata per lunghi tratti. La squadra del giovane tecnico tedesco Jurgen Klopp ha giocato un calcio di altissimo livello, grazie ai suoi talenti giovani e anche al sostegno di un pubblico incredibile (il Borussia ha la maggior affluenza d’Europa, 80000 presenze di media). Come dicevamo solo le aspirine hanno provato inutilmente a star dietro ai ragazzi terribili di Dortmund mentre il Baryen milionario ha abdicato già prima di Natale, incapace di trovare costanza di rendimento e un minimo di solidità difensiva. Proprio da quest’ultima è partito il miracolo del BVB che ha concluso il campionato con una differenza reti pazzesca (67 reti fatte, 22 subite) dimostrandosi impenetrabile ed allo stesso tempo molto prolifico in fase avanzata. Parlando dei singoli si può partire dal neo regista del Real Madrid Nuri Sahin, turco classe 88 che ha dispensato calcio organizzando il gioco dei tedeschi in maniera impeccabile e fornendo moltissimi assist. Hummels e Subotic, i due centrali difensivi entrambi giovanissimi hanno dimostrato di essere una delle coppie più affiatate d’Europa; Mario Gotze, classe 92, l’ultima grande promessa del calcio tedesco e poi ancora Kevin Großkreutz tifoso del BVB fin da bambino e idolo della curva fino a Barrios, il terminale offensivo. Complimenti a Klopp che nell’entusiasmo generale ha vinto meritatamente il campionato.
Ligue 1: anche in Francia la vittoria finale è stata una sorpresa, a spuntarla dopo un combattutissimo finale di stagione è stato il Lille che torna al successo nella massima serie dopo ben 56 anni. Il Marsiglia di Deschamps fino all’ultima giornata è stato in corsa per la vittoria finale ma ”les Dogues” non hanno mollato prendendosi anche la coppa nazionale contro il PSG. La stellina di questa squadra è senza dubbio Eden Hazard, belga classe 1991, che ha già fatto vedere grandissime cose e quest’anno ha fatto il decisivo salto di qualità giocando titolare con continuità, segnando, facendo segnare e risultando il vero trascinatore della squadra. I paragoni già si sprecano(Cristiano Ronaldo su tutti) e le grandi d’Europa hanno messo gli occhi su di lui ma serviranno molti soldi per strapparlo al Lille visto che il club non ha particolari problemi economici e che vuole presentarsi al meglio per il ritorno in Champions League. Secondo come detto l’O.M. e terzo, quindi ai preliminari, il Lione di Puel che nonostante il mercato sontuoso estivo ha deluso pesantemente rischiando anche di restare escluso dall’Europa che conta.
Eredivisie: il campionato olandese si è concluso, come quello francese, all’ultima giornata ma qui c’è stato un ribaltamento con l’Ajax che è riuscita incredibilmente a tornare alla vittoria dopo ben 7 anni di digiuno. Grande merito va dato a Frack de Boer, il giovane allenatore dei lanceri che con un incredibile finale di stagione condito da 6 vittorie consecutive è riuscito a risalire la classifica e vincendo lo scontro diretto all’ultima giornata con il Twente (secondo) si è aggiudicato il titolo. Un ulteriore merito per l’allenatore olandese è quello di aver vinto il campionato con una squadra dall’età media più bassa di sempre 22 anni; De Boer è anche il terzo tecnico dell’Ajax ad aver vinto il titolo sia da giocatore che da allenatore. Questo inoltre è il trentesimo scudetto per i lanceri, che dal prossimo anno avranno anche la terza stelletta sulle maglie.
Mywo
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