venerdì 6 maggio 2011

Semifinali di Champions League: le due finaliste

Mai come quest’anno vanno in finale le due squadre che hanno maggiormente meritato di andarci. I motivi sono a mio avviso molteplici e li ritroverete sparsi nell’articolo.
Partiamo quindi dalla prima doppia sfida, il Classico spagnolo tra Real Madrid e Barcellona. La rivalità che c’è tra le due squadre è ben nota a tutti ma quest’anno il caso ha voluto che in meno di un mese le due Big si sfidassero ben 4 volte. Guardiola e il suo Barça hanno stravinto il confronto pur battendo i madrileni di fatto solo una volta; due pareggi e una sconfitta gli altri risultati. Dico questo perché di fatto i catalani hanno centrato tutti i maggiori obbiettivi che si erano preposti (che guarda caso erano gli stessi del Real) perché il pareggio in campionato gli ha consegnato la Liga rimanendo a più 8 sui blancos e la doppia sfida di Champions ha portato il Barça dritto in finale. La coppa del Rey è stata una postilla che di certo non infastidirà più di tanto i blaugrana (per altro da notare come in casa madrilena tale coppa, equivalente della nostra Coppa Italia, sia stata festeggiata come una vittoria dei mondiali e questo fa un po’ pensare visto il palmares di questa squadra, l’unica ad aver vinto 9 Champions League. ndr)
Tornando però alla doppia sfida europea mi sento di dire che il Real, ma più in particolare il tecnico Mourinho, abbia perso la sfida in casa. Intendiamoci il modo di affrontare questo Barcellona è uno (anzi due) ma il Real poteva affrontarlo solo come ha fatto: squadra compatta, linee vicinissime, totale copertura degli spazi, zero pressing nella metà campo catalana, concessione pressoché totale del possesso palla e ripartenze fulminee cercando di sfruttare la difesa altissima concessa dal Barça. Questo è il modo in cui Mou li ha affrontati, battendoli lo scorso anno, questo è il modo in cui Hiddink col Chelsea era quasi riuscito a batterli nel 2008 (ricordate il gol di Iniesta d’esterno al volo al 90’?). C’è una grossa differenza però messa in atto dal portoghese nella sfida d’andata: affrontare il Barça in questo modo, cercando di sfruttare solo le ripartenze, ma giocando con 5 difensori (i 4 della linea arretrata più Pepe a fare il libero davanti) più 2 mediani di rottura e soli 3 giocatori di fantasia ha portato inevitabilmente il Real ad effettuare una partita sterile,  in quanto se giochi con uomini che hanno queste caratteristiche risulta palesemente più complicato, una volta rubata palla, (le poche volte in cui la vedi) riuscire ad organizzare una ripartenza efficace e che porti alla concretizzazione. Infatti è altrettanto palese come nella gara di ritorno (giocata davanti a 90000 catalani, sul campo più largo d’Europa e con l’erba tagliata regolarmente) Mourinho, mettendo una formazione del tutto simile a quella usata l’anno prima, con giocatori d’attacco addestrati sapientemente a giocare una partita di contenimento, dicevo è apparso palese come il Real sia stato nettamente più pericoloso, strappando oltretutto un pareggio. A cercare di coprire tutti gli spazi, chi più chi meno, son capaci tutti, serve solo tanto fiato e spirito di sacrifico; ma riuscire a creare ripartenze rapide ed arrivare alla concretizzazione con qualche tiro in porta, con i difensori e i mediani di rottura risulta oltremodo complicato e pretenzioso. Poi si può parlare del fatto che in 11 contro 11 il Barça non fosse ancora riuscito a segnare, però il Real giocava in casa e fino all’espulsione di Pepe i catalani avevano stra dominato senza concedere nulla agli avversari. Inoltre il pubblico del Bernabeu è un pubblico esigente, stiamo parlando della squadra con più seguito nel mondo, quella che ha vinto il maggior numero di Champions e non l’ha mai fatto giocando così; volete un esempio? Capello torna al Real dopo diversi anni, in due stagioni vince due campionati di seguito e viene esonerato. Sapete perché? Il suo gioco non era abbastanza soddisfacente e la Champions è rimasta un tabù.
Mi rendo conto di non aver parlato molto delle due gare in se ma penso che quelle le abbiate viste tutti, ho preferito concentrarmi su aspetti meno evidenti. Detto questo vorrei farvi notare una piccola cosa, il secondo gol di Messi nella gara d’andata. In realtà non è tanto la rete che voglio sottolineare, ne lo slalom gigante effettuato dalla pulce bensì il gesto di Xavi, che ricevuta palla ha visto sopraggiungere il compagno e che ha fatto? Ha semplicemente fermato il pallone, senza fargli un passaggio, l’ha solamente bloccato. Come per dire: “ Fermi tutti, ora entra in scena Lionel Messi…”. 


Passando alla seconda semifinale vorrei tornare al discorso iniziale sul fatto che chi è arrivato a Wembley se l’è meritato. Vi riporto un dato, che è anche un record raggiunto per la prima volta nella storia della Champions: il Manchester United in tutta la competizione, fase a gironi e ad eliminazione diretta, non ha mai subito gol in casa. Voi direte, beh pensavo qualcosa di più eclatante. Però analizzando il dato appare evidente come questo dimostri la compattezza e la mentalità che lo United ha acquisito. Nella semifinale non c’è stata storia con i Red Devils che hanno chiuso il discorso già in Germania vincendo 2 a 0, con una gara perfetta. 
Del ritorno all’Old Trafford è significativo sottolineare un dato: semifinale di Champions League e Ferguson cambia 8 titolari inserendo le riserve. Certo poi si può discutere sul valore di tali riserve, però è impressionante come in una partita così decisiva lui non abbia minimamente esitato a dar fiducia a chi solitamente siede in panchina. Tutta la difesa, e tutto il centrocampo (zone nevralgiche del gioco) erano nuove, gli unici titolari scesi in campo sono stati Van der Sar, Nani, Valencia e Berbatov. La consapevolezza e lo spirito di sacrificio che Ferguson è riuscito a creare sono straordinari, tra l’altro lui ha più volte ammesso come la sua idea di squadra si ispira alla Juve di Lippi, che arrivò in finale di Champions 3 volte consecutive (96 – 97 – 98), infatti questa è la terza finale raggiunta dal suo United negli ultimi 4 anni.

La partita di Wembley sarà veramente uno spettacolo e sarà giocata in quello che a mio avviso è lo stadio più bello d’Europa. Lo United da questo punto di vista sarà favorito, non solo perché giocherà nella sua nazione ma perché sa qual è l’atmosfera magica che aleggia intorno a Wembley, sa quale tipo di emozione ti colpisce all’ingresso in campo, su quel prato così verde e perfetto da sembrare finto, con 90000 persone ad incitarti e quell’arco, che sembra quasi un arcobaleno, come a significare che se sei arrivato fin lì, vuol dire essere ad un passo dal poter toccare il cielo con un dito.
Buona finale a tutti…

Mywo

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