Nella quarta di copertina di Rat-Man 86, uscito a settembre, campeggiava la pubblicità de “La nuova, imperdibile serie umoristica di Panini Comics... Nirvana – Gira la ruota e vivi un'altra vita”. Due mesi dopo ho potuto finalmente mettere le mani sul primo numero di questo Nirvana, dal formato uguale a quello di Rat-Man e disponibile anche in una più costosa versione “variant” (con copertina diversa, stile Marvel), nonché sul suo sottile numero zero.
Nirvana è sceneggiato da Emiliano Pagani e disegnato da Daniele Caluri, ovvero i due autori del dissacrante Don Zauker che ha visto la luce sul mensile satirico “Il Vernacoliere” ed è poi stato ripubblicato, visto il suo successo, in diverse raccolte dedicate. Il duo Pagani-Caluri, che talvolta si firma Paguri, è alla sua prima collaborazione con Panini Comics e ha scelto di esordire con un fumetto politically scorrect, imbevuto della stessa comicità al vetriolo e un po' volgare di Don Zauker e del Vernacoliere. Il numero zero, uscito all'inizio di ottobre, costa un euro e mostra in copertina un ipotetico profilo Facebook del protagonista, Ramiro Tango, già gonfiato di botte. Le prime pagine seguono la sua sofferta conversazione telefonica con la bella ma appiccicosa ed egocentrica fidanzata Cristy, per poi introdurci all'ambiguo rapporto di Ramiro con l'ispettore Buddha, un mix di Bud Spencer e Giuliano Ferrara, che lo tortura per convincerlo a entrare in un programma di protezione testimoni. Le ultime due pagine fanno entrare in scena Slobo e Golem, due assassini dallo stile tarantiniano sulle tracce di Ramiro. Il resto dell'albetto contiene un articolo di giornale che fornisce un elemento in più della storia di Ramiro e un approfondimento storico sulla medicina alternativa basata sull'urina. Il numero zero, dunque, presenta i personaggi principali della serie e il suo stile umoristico, preparando il terreno per il numero uno.
Quest'ultimo, uscito a inizio novembre, si concentra maggiormente su Ramiro, cinico pezzente con il pallino della truffa, e sulle sue carriere di scafista e di “mago Antilopo”. Ramiro conta sull'ignoranza del prossimo per raccontargli un sacco di balle e ottenerne il proprio tornaconto, che sia sbarazzarsi di un clandestino nero, ingannare la Guardia di Finanza o circuire un timido credulone. Intorno a lui si muovono personaggi violenti: gli agenti di Buddha lo pestano a sangue per cavargli informazioni, mentre Slobo e Golem torturano un suo socio per rintracciarlo. Dopo la metà dell'albo compare un personaggio a sorpresa, in veste di cliente di mago Antilopo, che evidenzia l'eredità vernacoliera di Nirvana, e nel finale la situazione non potrà che esplodere. Non mancano due pagine dedicate agli sproloqui di Cristy e le rubriche d'approfondimento, sempre molto goliardiche.
Ramiro Tango, con quella sua faccia da sfigato e con una parlantina cialtrona ai limiti della continua supercazzola, sembra un personaggio promettente, come lo è lo spunto dei vari mestieri truffaldini in cui si cimenterà nel corso della serie; l'umorismo è cattivo, a volte molto crudo, e perlopiù fa sorridere ma non ridere. I disegni sono curati ed espressivi, ritmo e impaginazione ricordano quelli del cugino Rat-Man.
Essendo bimestrale, il prossimo numero di Nirvana uscirà a gennaio. Chissà in quali nuovi guai si caccerà Ramiro? Segnalo infine questa intervista di Comicus a Pagani e Caluri, in cui i due autori raccontano la genesi di Nirvana e forniscono qualche anticipazione sul suo futuro.
Lor
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