“Nella tetra oscurità del futuro
c’è soltanto guerra”: con questo minaccioso incipit, i ragazzi di THQ ci
invitano a scoprire il cupo inizio della loro nuova fatica, lo sparatutto (e
picchiatutto) in terza persona Warhammer 40.000 – Space Marine.
Intorno all’anno 30.000, un uomo,
l’Imperatore, leggenda e divinità incarnata, pose fine a ogni conflitto sul
pianeta Terra grazie a una nuova stirpe di sodati, i potentissimi Space Marine,
guerrieri sovraumani alti quasi tre metri, in grado di sollevare una decina di
tonnellate e armati con armature potenziate e possenti armi “Requiem”, in grado
di abbattere qualsiasi nemico. I suoi guerrieri, gli Space Marine, si divisero
in diciotto legioni, che l’Imperatore guidò alla conquista della galassia
facendo affidamento ai suoi altrettanti luogotenenti, i Primarchi, suoi figli
prediletti, ognuno dotato di forza e potere senza pari. La guerra venne mossa a
decine di razze aliene per liberare numerosi mondi umani dal loro giogo: dagli
Orki, brutali guerrieri che vivono solo per combattere, agli Eldar, immortali e
splendide quanto decadenti creature simili agli esseri umani. Il seme della
corruzione germogliò però in Horus, primo tra i primarchi, che venne corrotto
dal potere oscuro dei quattro dei del Caos: Khorne della guerra, Slaanesh il
lascivo, Nurgle della pestilenza e Tzeentch, il grande ingannatore. Horus
corruppe i suoi legionari, e con loro la otto suoi fratelli e i loro uomini:
insieme mossero guerra alla terra, dove Horus cadde per mano dell’Imperatore
stesso. Lo scontro costò però caro: quello che era un dio incarnato venne
ridotto a una carcassa in stato vegetativo, tenuta in vita solo dal leggendario
Trono d’Oro.
Diecimila anni dopo, l’umanità è
sull’orlo del collasso: le legioni di Space Marine rimaste fedeli sono state
divise in Capitoli, composti da circa mille soldati l’una, cui si affiancano le
forze più ‘umane’ della Guardia Imperiale e le ambigue armate
dell’Inquisizione, mentre le forze del Caos, forti di guerrieri Space Marine
traditori in vita da oltre diecimila anni, sono state rimpolpate da demoni e
altre mostruosità, e oltre a Eldar e Orki, numerose razze aliene hanno tutta
l’intenzione di volersi riversare sui mondi umani per razziarli e conquistarli.
Il gioco mette l’utente al
controllo del Capitano Titus degli Ultramarine, un guerriero possente in grado
di affrontare i propri nemici tanto con valanghe di armi da fuoco quanto con
possenti armi da mischia. Titus e gli Ultramarine devono salvare un Mondo Forgia,
un pianeta dedicato alla produzione industriale, da una massiccia invasione di
Orki, ma l’intervento di un ambiguo Inquiitore, Drogan, fa pensare che dietro
allo scontro ci sia qualcosa di peggio dei già temibili Orki…
Il sistema di gioco è abbastanza
semplice: Titus può correre, sparare, mirare, attaccare in corpo a corpo e
compiere balzi per evitare gli attacchi nemici. Lo Space Marine ha a sua
disposizione due barre della vita: una rappresenta la sua armatura, che si
ricarica dopo qualche secondo se non viene colpito, la seconda la sua salute
vera e propria, che può essere recuperata solo eliminando in mischia un nemico
con una sorta di mossa speciale automatica, generalmente molto brutale, in
genere dopo averlo colpito con un attacco stordente. Questo sistema rende a
Titus necessario attaccare spesso frontalmente i nemici, cosa che, insieme
all’impossibilità di abbassarsi o di sfruttare le coperture, rende il gioco
frenetico e improntato all’azione-lampo… a meno che non sia possibile
affrontare i nemici sparando da lunga distanza, cosa concessa da alcune armi.
Uno degli aspetti più divertenti del gioco è la presenza di aree nelle quali
sarà necessario combattere usando un Jump Pack, che permetterà al personaggio
di compiere ampi balzi per colpire i nemici dall’alto.
Le ambientazioni sono molto belle
e curate, spesso faraoniche e mai scontate, ma un po’ ripetitive.
L’intelligenza artificiale dei nemici è decisamente buona, e il parco armi
vanta quattro armi da mischia e nove da fuoco, senza contare quelle fisse,
usate dai soldati semplici, che si trovano qua e là nel gioco e possono essere
prelevate e imbracciate.
La grafica del gioco è
decisamente molto curata, chiara e nitida, ma non fa gridare al miracolo. Il
sonoro è ottimo, ma ogni tanto ripetitivo. Il doppiaggio è di gran livello, ma
scentrato (in italiano) rispetto al labiale dei personaggi.
I progettisti hanno pensato a
numerosi tipi di nemici (gli Orki contano dieci tipi di unità diverse, le forze
del Caos otto), rifacendosi al gioco da tavolo dal quale l’ambientazione è
tratta.
Nel complesso il titolo è
estremamente godibile e divertente, pur con qualche pecca, ma troppo breve: per
completare il gioco, a difficoltà normale, bastano dalle sei alle dieci ore di
gioco. L’esperienza online amplifica però di molto la giocabilità del titolo: è
presente un ampio spazio dedicato alla personalizzazione del giocatore (Space
Marine o Space Marine rinnegato), ma le modalità di scontro sono solamente due,
anche se THQ è famosa per la tendenza a implementare notevolmente i propri
titoli online in corso d’opera.
Space Marine è un titolo molto
divertente e immediato, ma breve. Il titolo è consigliato a chiunque conosca o
voglia conoscere l’universo di Warhammer 40.000, e a chiunque sia alla ricerca
di un gioco di guerra non convenzionale: in fin dei conti, ora come ora, questo
gioco è quanto di più vicino a Gears of War un utente PS3 possa ottenere, il
che non è poco.
Falco_Nero87
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