venerdì 16 settembre 2011

Mercato e prospettive per la nuova serie A


Dopo una lunga estate è finalmente iniziato il campionato italiano di serie A. In questo pezzo vorrei parlare del mercato e dei colpi messi a segno dalle nostre squadre. Un dato appare subito chiaro: in serie A si spendono parecchi soldi, chi afferma il contrario è mal informato. Il calcio italiano è in evidente declino non perché manchino i fondi ma perché vengono spesi male, investiti peggio e soprattutto non si è in grado di ricavare utili, come invece riescono a fare i paesi che calcisticamente ci hanno sorpassato ( Inghilterra, Spagna e Germania). Nell’immagine a lato potete notare come il nostro campionato, in quanto a spese, sia secondo solo alla Premier League, ma ben al di sopra della Liga e addirittura più di quattro volte superiore alla Bundesliga. Eppure siamo finiti quarti nel ranking Fifa, perdendo un posto Champions e con nazioni come Francia e Portogallo che premono. Tornando al discorso degli investimenti, è palese vedere la differente distribuzione delle entrate tra le diverse leghe: le squadre di serie A hanno come principale e quasi unica fonte di sostentamento i diritti televisivi. Negli altri campionati quella è solo una delle voci; sponsor e soprattutto lo stadio generano però ricavi molto più alti. In questo caso c’è un cambio di tendenza che può far ben sperare. A inaugurarlo concretamente è stata la Juventus, proponendo il primo stadio interamente di proprietà; slegandosi dallo stato, questa nuova “casa” porterà nelle casse del club dei ricavi che altrimenti si sarebbero persi in tasse e burocrazia. Si parla di un utile intorno ai 30 milioni annui. Sulla scia del club torinese, almeno a parole, diversi presidenti di A hanno manifestato la volontà di seguire tale esempio, tra i vari ci sono De Laurentis, Dellavalle, lotito e Moratti. L’augurio è ovviamente quello che si passi concretamente dalle parole ai fatti perché il calcio sta sprofondando.
Tornando a parlare di mercato, l’estate ha riservato moltissimi movimenti, anche se c’è da sottolineare che è mancato il colpo col botto. I colpi veri ci sono stati ma solo in uscita, con Pastore emigrato ai francesi del PSG per la bellezza di 43 ml, Sanchez che dopo un estenuante trattativa è volato a Barcellona ed Eto’o che ha sposato i 20 milioni annui offerti dall’Anzhy, diventando il giocatore più pagato al mondo.
Le società maggiormente attive sono state Juventus, Roma, Napoli e ovviamente il Genoa, che come di consueto, ha smantellato mezza squadra. Il mercato della Juve è stato attento, nel senso che il DG Marotta è stato bravo a prendere i giocatori giusti, pagandoli cifre consone (in un mercato in cui si sono visti trasferimenti senza senso con cifre assurde). Vucinic a 15 ml, Vidal a 10,5 ed Elia a 9 sono coerenti ai valori dei giocatori. Pirlo a parametro zero invece è un piccolo capolavoro, che già nella prima uscita ha dimostrato tutto il suo valore. Molto interessante il mercato della Roma, nonostante questo inizio burrascoso, Sabatini ha fatto un gran lavoro, abbassando di tantissimo l’età media della squadra e assicurandosi dei talenti come Pjanic, Lamela e Bojan, senza dimenticare Borini, scartato dal Chelsea ma sempre decisivo fin ora con l’Under di Ferrara. Il lavoro di Enrique non sarà semplice, soprattutto a causa della piazza, irascibile e senza pazienza, ma se la società riuscirà a garantirgli la giusta tranquillità potrà far bene. Il Napoli ha fatto un gran mercato, riuscendo in primis a trattenere tutti i suoi gioielli, e a integrare la rosa con acquisti mirati e di gran spessore. In quest’ottica Inler e Britos rappresentano due innesti di gran qualità, così come Santana e Pandev, presi a costo zero. Un altro team che si è mosso egregiamente è stata la Lazio, brava a prendere un bomber come Klose a zero, ad affiancargli un attaccante esplosivo (e molto più concreto di Zarate..) come Cissè e soprattutto a rinforzare una squadra che lo scorso anno ha mancato la qualificazione in Champions solo per la differenza reti.
Il mercato delle milanesi è passato quasi inosservato. Penso che il Milan si sia mosso molto bene, a differenza di quello che pensano molti dei suoi tifosi. Galliani doveva fare mercato senza poter spendere troppo visto che aveva da pagare i giocatori presi lo scorso anno in prestito, e che gli hanno fatto vincere lo scudetto. 24 ml per Ibrahimovic, 19 per Robinho e 7,5 per Boateng  erano una zavorra non indiffente, ma l’AD rossonero ha comunque preso Mexes a zero, uno dei migliori difensori europei, nonostante i frequenti colpi “di testa”; sempre a zero sono arrivati Taiwo e Aquilani mentre nocerino è stato pagato appena un milione. Con El Sharawy a 10 ml il Milan infine si è rinforzato in tutti i reparti.
Il mercato dell’Inter invece è stato seriamente emblematico. Hanno ingaggiato un allenatore che da sempre lavora con la difesa a 3 e con attaccanti esterni veloci e capaci di saltare l’uomo.  Nella retroguardia nerazzurra gli unici adatti a quello schema sono Ranocchia e Chivu, gli altri centrali risultano tutti troppo lenti e compassati. In attacco invece è stato venduto l’unico attaccante esterno veramente forte, Eto’o, per poi rimpiazzarlo con Zarate e Forlan. È stato preso un trequartista promettente, Alvarez, facendolo costantemente giocare fuori ruolo, visto che nel modulo di Gasperini non è necessario. Sempre per lo stesso motivo si sta sacrificando il trequartista più forte della serie A, Sneijder. Il problema maggiore, a mio avviso, è però il centrocampo, dove manca decisamente qualcuno in grado di cambiare ritmo. Le carte d’identità dei vari Zanetti, Cambiasso e Stankovic iniziano ad essere pesanti, e la perenne lentezza si Thiago Motta fanno si che l’idea di calcio proposta da Gasperini sia difficilmente applicabile. La cosa preoccupante è che nessuno se ne sia accorto fino ad ora.
Dando uno sguardo generale alle altre squadre, Palermo, Cesena, Fiorentina e Udinese sono quelle che sono riuscite a muoversi meglio, sfruttando buone occasioni e portando in Italia giovani talenti molto interessanti.

Mywo

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