Prodotto dalla Chernin
Entertainment e distribuito dalla 20th Century Fox, sceneggiato da Amanda
Silver, Rick Jaffa e Jamie Moss sulla base del romanzo Il pianeta delle scimmie di Pierre Boulle e diretto da Rupert Wyatt, L’alba del pianeta delle scimmie è un prequel-reboot del famoso film del 1968 di
Franklin J. Schaffner; è arrivato sui grandi schermi americani e asiatici
all’inizio dello scorso agosto, in parte d’Europa nel corso del mese e in
Italia solo il 23 settembre. La prima parte del film si concentra sugli
esperimenti medico-genetici e sulla vita privata del giovane scienziato Will
Rodman (James Franco), impegnato a cercare una cura contro l’Alzheimer che
affligge suo padre Charles (John Lithgow): il virus artificiale Alz-112 sembra
funzionare sulla scimmia cavia n°9, ripristinando le sue cellule cerebrali
danneggiate, ma il sostegno degli investitori all’azienda Gen-Sys in cui
lavorano Will e il suo avido capo Jacobs (David Oyelowo) viene compromesso da
un violento attacco rabbioso di n°9, che viene uccisa da una guardia.
L’assistente Franklin (Tyler Labine) scopre che la cavia ha lasciato dietro di
sé un neonato, e Will se lo porta a casa per accudirlo temporaneamente. Il
piccolo si rivela però molto più intelligente e agile del normale, e i Rodman
finiscono per adottarlo: Charles, amante di Shakespeare, lo battezza Caesar
(Cesare nella versione italiana). Passano alcuni anni, Will si mette insieme
alla veterinaria Caroline (Freida Pinto), Caesar cresce nel corpo e nella
mente, al contrario di Charles che invece è sempre meno lucido. In seguito a
una zuffa con il vicino di casa Hunsiker, Caesar finisce in uno zoo-prigione
gestito dall’indifferente John Landon (Brian Cox) e dal suo crudele figlio
Dodge (Tom Felton), ed è qui che Caesar acquista il ruolo di vero protagonista
del film: grazie alle sue doti straordinarie, il giovane scimpanzé acquista il
rispetto e l’obbedienza delle altre scimmie, fino a condurle in un’evasione per
le strade di San Francisco. L’obiettivo del branco è il parco di sequoie di
Marine, aldilà del Golden Gate Bridge, in cui ritrovare la libertà, ma
naturalmente le autorità umane sono intenzionate a fermarlo con la forza. Nel
frattempo, la nuova versione 113 del virus creato da Will si rivela letale per
gli umani e terribilmente contagiosa...
E’ evidente a tutti che le parti
migliori di questo film sono quelle centrate su Caesar. Lo scimpanzé realizzato
con una straordinaria computer grafica e animato da Andy Serkis, famoso attore
del motion capture a cui dobbiamo i capolavori di Gollum e King Kong, fa
sfoggio di un carisma raro ed efficace: le sue movenze sono aggraziate ma
decise, il suo sguardo è penetrante, la sua voce (in Italia doppiata da Pino
Insegno) può far emozionare. E’ impossibile non provare empatia per questo eroe
basso e peloso e per i suoi svariati compagni che imparano a lottare per la
propria libertà, in modo simile nella storia ma opposto nella specie al George
Taylor (Charlton Heston) del Planet of the Apes originale; numerosi, tra
l’altro, sono i riferimenti e le citazioni a quest’ultimo film e ai suoi vari
sequel, tra cui lo stesso nome del condottiero scimmiesco, anche se il regista
Wyatt ha dichiarato che “tutto questo è parte di una mitologia e deve essere
visto come tale. Non è la continuazione degli altri film; è una storia
originale. Deve soddisfare le persone a cui piacquero quei film”. Per
quanto riguarda gli altri personaggi del film, lo scienziato intepretato dal
bravo James Franco (famoso principalmente come l’Harry Osborn della saga di Spiderman)
in bilico tra curiosità scientifica e protezione dei propri affetti rappresenta
il più umano degli umani, mentre la Caroline della bellissima indiana Freida
Pinto (lanciata da The Millionaire) a volte sembra un po’ insensibile
nei confronti di Caesar; Oyelowo e Felton sono due ottimi cattivi, in
particolare il secondo che è perfettamente in linea con i suoi trascorsi da
Draco Malfoy nella saga di Harry Potter. La trama e la sceneggiatura non
sono esenti da difetti (uno minore ma grossolano: è impossibile credere che gli
scienziati non abbiano notato la gravidanza di n°9), ma nel complesso sono
soddisfacenti, mentre le scene d’azione sono davvero ben realizzate e spesso
mozzano il fiato, specialmente durante la battaglia cruciale sul ponte.
Lor
1 commento:
Molto bello, l'ho visto ieri sera e concordo su tutto!
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