lunedì 26 settembre 2011

L’alba del pianeta delle scimmie

Prodotto dalla Chernin Entertainment e distribuito dalla 20th Century Fox, sceneggiato da Amanda Silver, Rick Jaffa e Jamie Moss sulla base del romanzo Il pianeta delle scimmie di Pierre Boulle e diretto da Rupert Wyatt, L’alba del pianeta delle scimmie è un prequel-reboot del famoso film del 1968 di Franklin J. Schaffner; è arrivato sui grandi schermi americani e asiatici all’inizio dello scorso agosto, in parte d’Europa nel corso del mese e in Italia solo il 23 settembre. La prima parte del film si concentra sugli esperimenti medico-genetici e sulla vita privata del giovane scienziato Will Rodman (James Franco), impegnato a cercare una cura contro l’Alzheimer che affligge suo padre Charles (John Lithgow): il virus artificiale Alz-112 sembra funzionare sulla scimmia cavia n°9, ripristinando le sue cellule cerebrali danneggiate, ma il sostegno degli investitori all’azienda Gen-Sys in cui lavorano Will e il suo avido capo Jacobs (David Oyelowo) viene compromesso da un violento attacco rabbioso di n°9, che viene uccisa da una guardia. L’assistente Franklin (Tyler Labine) scopre che la cavia ha lasciato dietro di sé un neonato, e Will se lo porta a casa per accudirlo temporaneamente. Il piccolo si rivela però molto più intelligente e agile del normale, e i Rodman finiscono per adottarlo: Charles, amante di Shakespeare, lo battezza Caesar (Cesare nella versione italiana). Passano alcuni anni, Will si mette insieme alla veterinaria Caroline (Freida Pinto), Caesar cresce nel corpo e nella mente, al contrario di Charles che invece è sempre meno lucido. In seguito a una zuffa con il vicino di casa Hunsiker, Caesar finisce in uno zoo-prigione gestito dall’indifferente John Landon (Brian Cox) e dal suo crudele figlio Dodge (Tom Felton), ed è qui che Caesar acquista il ruolo di vero protagonista del film: grazie alle sue doti straordinarie, il giovane scimpanzé acquista il rispetto e l’obbedienza delle altre scimmie, fino a condurle in un’evasione per le strade di San Francisco. L’obiettivo del branco è il parco di sequoie di Marine, aldilà del Golden Gate Bridge, in cui ritrovare la libertà, ma naturalmente le autorità umane sono intenzionate a fermarlo con la forza. Nel frattempo, la nuova versione 113 del virus creato da Will si rivela letale per gli umani e terribilmente contagiosa...
E’ evidente a tutti che le parti migliori di questo film sono quelle centrate su Caesar. Lo scimpanzé realizzato con una straordinaria computer grafica e animato da Andy Serkis, famoso attore del motion capture a cui dobbiamo i capolavori di Gollum e King Kong, fa sfoggio di un carisma raro ed efficace: le sue movenze sono aggraziate ma decise, il suo sguardo è penetrante, la sua voce (in Italia doppiata da Pino Insegno) può far emozionare. E’ impossibile non provare empatia per questo eroe basso e peloso e per i suoi svariati compagni che imparano a lottare per la propria libertà, in modo simile nella storia ma opposto nella specie al George Taylor (Charlton Heston) del Planet of the Apes originale; numerosi, tra l’altro, sono i riferimenti e le citazioni a quest’ultimo film e ai suoi vari sequel, tra cui lo stesso nome del condottiero scimmiesco, anche se il regista Wyatt ha dichiarato che “tutto questo è parte di una mitologia e deve essere visto come tale. Non è la continuazione degli altri film; è una storia originale. Deve soddisfare le persone a cui piacquero quei film”. Per quanto riguarda gli altri personaggi del film, lo scienziato intepretato dal bravo James Franco (famoso principalmente come l’Harry Osborn della saga di Spiderman) in bilico tra curiosità scientifica e protezione dei propri affetti rappresenta il più umano degli umani, mentre la Caroline della bellissima indiana Freida Pinto (lanciata da The Millionaire) a volte sembra un po’ insensibile nei confronti di Caesar; Oyelowo e Felton sono due ottimi cattivi, in particolare il secondo che è perfettamente in linea con i suoi trascorsi da Draco Malfoy nella saga di Harry Potter. La trama e la sceneggiatura non sono esenti da difetti (uno minore ma grossolano: è impossibile credere che gli scienziati non abbiano notato la gravidanza di n°9), ma nel complesso sono soddisfacenti, mentre le scene d’azione sono davvero ben realizzate e spesso mozzano il fiato, specialmente durante la battaglia cruciale sul ponte.

Lor

1 commento:

Unknown ha detto...

Molto bello, l'ho visto ieri sera e concordo su tutto!

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