La settimana scorsa si è finalmente concluso Assedio, miniserie della Marvel che ha chiuso un ciclo narrativo di oltre sette anni.
Sette anni fa, infatti, l’universo Marvel subì il più grande scossone di sempre con i due maxi-eventi Vendicatori Divisi e Ragnarok: il primo sgretolò i Vendicatori, la squadra di supereroi d’elite della Casa delle Idee, mentre il secondo distrusse la città di Asgard, uccidendo ogni divinità che vi risiedeva e confinando il mitico supereroe Thor (al quale sarà dedicato tra pochi mesi un lungometraggio), in una sorta di limbo.
Vendicatori Divisi introdusse nel Marvel Universe il concetto di eroe caduto, avendo come antagonista principale Scarlet, mutante e vendicatrice, resa folle dalla perdita dei figli: a questa saga fece seguito la nascita dei Nuovi Vendicatori, ai quali si unì il potentissimo Sentry, eroe dorato dai poteri illimitati di cui nessuno, lettori compresi, ricordava l’esistenza, vessato e costantemente attaccato da Void, sua nemesi e alter-ego al tempo stesso. Negli anni successivi, l’ambientazione divenne sempre più cupa: la morte di seicento civili a causa dell’incuria di alcuni giovani eroi portò all’approvazione di una legge, l’atto di registrazione dei superumani, dal quale si scatenò una guerra civile tra due fazioni di eroi, governativa e ribelle, guidate rispettivamente da Iron Man, che diventerà poi il capo della sicurezza mondiale, e da Capitan America, che morirà assassinato e sconfitto sui gradini di un tribunale di New York.
I segreti e le mezze verità degli eroi, sempre più paranoici, porteranno un inarrestabile Hulk, fermato in extremis dal dorato Sentry, in preda a sempre più frequenti attacchi di panico e deliri psicotici, a dichiarare guerra all’umanità, mentre un rinato Thor rinnegherà i suoi vecchi alleati, ricostruendo la divina Asgard, di nuovo abitata dagli dei, sul territorio americano, situazione che darà modo a una razza aliena, gli Skrull, di invadere silenziosamente il pianeta: il fallimento degli eroi sarà simboleggiato dalla ascesa al potere di Norman Osborn, il Goblin visto nel film di Spiderman del 2001, che salverà il mondo uccidendo la regina degli alieni in diretta televisiva e ottenendo così la grazia e il controllo della sicurezza mondiale. Inizia qui la “saga” Dark Reign.
Osborn si assicurerà prima la collaborazione di Sentry, facendo leva sui comuni problemi psichici per manipolarlo, poi creerà una sua squadra di Vendicatori, una parodia oscura delle precedenti, e si circonderà di potenti alleati, tra i quali Loki, fratellastro di Thor e dio dell’Inganno; proprio Loki convincerà Osborn ad assediare Asgard, mentre, in circostanze estreme, Capitan America tornerà alla vita per riorganizzare gli eroi, completamente allo sbando e in balia degli eventi.
Questo antefatto è necessario per chiarire l’aspetto peggiore di Assedio: la fretta. Dopo sette anni passati a intrecciare un immenso, complesso e intricato gioco di alleanze, morti, resurrezioni, inganni, rinascite e guerre, l’evento culminante si è risolto in soli quattro numeri, tre in meno delle due saghe principali che l’hanno preceduto, Civil War e Secret Invasion. Se è vero che la serie si è sviluppata su molti altri albi regolari, che andrebbero letti tutti per comprenderne al meglio le sfaccettature, l’impressione è che sette anni di storie ben narrate da Brian Michael Bendis, l’autore, siano state private di una conclusione degna della mole di lavoro precedente. Sia chiaro: i quattro numeri di Assedio sono una lettura estremamente avvincente, e i disegni di Oliver Coipel splendidi, ma l’impressione è che sarebbe stato meglio raccontare la storia con un po’ più di calma, per assaporarla al meglio. Quando Sentry perderà il controllo, mutandosi nella sua nemesi Void (che altri non sarebbe che l’Angelo della Morte, lo stesso che sterminò i primogeniti d’Egitto), la battaglia finale sarà ricca di colpi di scena coinvolgenti, ma narrata con troppa fretta.
Assedio non è un’occasione persa, ma ci va vicino: la tematica della caduta di Sentry, lo scontro finale e la battaglia contro gli dei asgardiani avrebbero meritato più spazio, deficit che è stato compensato solo dalle spettacolari tavole di Coipel. Void, alla fine del terzo albo, finalmente scatenato e ridotto a un demone ragnesco, è splendidamente spaventoso. Peccato che muoia troppo in fretta, come la saga stessa, non brutta ma neanche bella. Il cuore di Assedio sta negli albi che l’hanno preceduto, e se i fan la ricorderanno, tra vent’anni, sarà più che altro per quelli.
Sette anni fa, infatti, l’universo Marvel subì il più grande scossone di sempre con i due maxi-eventi Vendicatori Divisi e Ragnarok: il primo sgretolò i Vendicatori, la squadra di supereroi d’elite della Casa delle Idee, mentre il secondo distrusse la città di Asgard, uccidendo ogni divinità che vi risiedeva e confinando il mitico supereroe Thor (al quale sarà dedicato tra pochi mesi un lungometraggio), in una sorta di limbo.
Vendicatori Divisi introdusse nel Marvel Universe il concetto di eroe caduto, avendo come antagonista principale Scarlet, mutante e vendicatrice, resa folle dalla perdita dei figli: a questa saga fece seguito la nascita dei Nuovi Vendicatori, ai quali si unì il potentissimo Sentry, eroe dorato dai poteri illimitati di cui nessuno, lettori compresi, ricordava l’esistenza, vessato e costantemente attaccato da Void, sua nemesi e alter-ego al tempo stesso. Negli anni successivi, l’ambientazione divenne sempre più cupa: la morte di seicento civili a causa dell’incuria di alcuni giovani eroi portò all’approvazione di una legge, l’atto di registrazione dei superumani, dal quale si scatenò una guerra civile tra due fazioni di eroi, governativa e ribelle, guidate rispettivamente da Iron Man, che diventerà poi il capo della sicurezza mondiale, e da Capitan America, che morirà assassinato e sconfitto sui gradini di un tribunale di New York.
I segreti e le mezze verità degli eroi, sempre più paranoici, porteranno un inarrestabile Hulk, fermato in extremis dal dorato Sentry, in preda a sempre più frequenti attacchi di panico e deliri psicotici, a dichiarare guerra all’umanità, mentre un rinato Thor rinnegherà i suoi vecchi alleati, ricostruendo la divina Asgard, di nuovo abitata dagli dei, sul territorio americano, situazione che darà modo a una razza aliena, gli Skrull, di invadere silenziosamente il pianeta: il fallimento degli eroi sarà simboleggiato dalla ascesa al potere di Norman Osborn, il Goblin visto nel film di Spiderman del 2001, che salverà il mondo uccidendo la regina degli alieni in diretta televisiva e ottenendo così la grazia e il controllo della sicurezza mondiale. Inizia qui la “saga” Dark Reign.
Osborn si assicurerà prima la collaborazione di Sentry, facendo leva sui comuni problemi psichici per manipolarlo, poi creerà una sua squadra di Vendicatori, una parodia oscura delle precedenti, e si circonderà di potenti alleati, tra i quali Loki, fratellastro di Thor e dio dell’Inganno; proprio Loki convincerà Osborn ad assediare Asgard, mentre, in circostanze estreme, Capitan America tornerà alla vita per riorganizzare gli eroi, completamente allo sbando e in balia degli eventi.
Questo antefatto è necessario per chiarire l’aspetto peggiore di Assedio: la fretta. Dopo sette anni passati a intrecciare un immenso, complesso e intricato gioco di alleanze, morti, resurrezioni, inganni, rinascite e guerre, l’evento culminante si è risolto in soli quattro numeri, tre in meno delle due saghe principali che l’hanno preceduto, Civil War e Secret Invasion. Se è vero che la serie si è sviluppata su molti altri albi regolari, che andrebbero letti tutti per comprenderne al meglio le sfaccettature, l’impressione è che sette anni di storie ben narrate da Brian Michael Bendis, l’autore, siano state private di una conclusione degna della mole di lavoro precedente. Sia chiaro: i quattro numeri di Assedio sono una lettura estremamente avvincente, e i disegni di Oliver Coipel splendidi, ma l’impressione è che sarebbe stato meglio raccontare la storia con un po’ più di calma, per assaporarla al meglio. Quando Sentry perderà il controllo, mutandosi nella sua nemesi Void (che altri non sarebbe che l’Angelo della Morte, lo stesso che sterminò i primogeniti d’Egitto), la battaglia finale sarà ricca di colpi di scena coinvolgenti, ma narrata con troppa fretta.
Assedio non è un’occasione persa, ma ci va vicino: la tematica della caduta di Sentry, lo scontro finale e la battaglia contro gli dei asgardiani avrebbero meritato più spazio, deficit che è stato compensato solo dalle spettacolari tavole di Coipel. Void, alla fine del terzo albo, finalmente scatenato e ridotto a un demone ragnesco, è splendidamente spaventoso. Peccato che muoia troppo in fretta, come la saga stessa, non brutta ma neanche bella. Il cuore di Assedio sta negli albi che l’hanno preceduto, e se i fan la ricorderanno, tra vent’anni, sarà più che altro per quelli.
Pronti per l’Era degli Eroi?
Falco_Nero87
1 commento:
esatto... troppa fretta -.- almeno adesso spero di potermi godere un Iron Man tutto nuovo e amico di tutti. Sentry tornerà... sicuro, spero più debole di prima!
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