mercoledì 5 gennaio 2011

Assassin's Creed Brotherhood: recensione e voti

A meno di un anno dal capitolo precedente, il franchise della Ubisoft è ritornato lo scorso Novembre sugli scaffali e sugli schermi di mezzo mondo, permettendo agli appassionati della serie Assassin’s Creed di seguire ancora una volta il nobile assassino di Firenze, Ezio Auditore.
Brotherhood vede Ezio tornare alla tenuta di famiglia, presso Monteriggioni, assieme allo zio Mario, dopo aver sconfitto il Templare Rodrigo Borgia e recuperato “la Mela”, artefatto dagli incredibili poteri che potrebbe, con altri oggetti simili oggetti, noti come “Frutti dell’Eden”, essere strumento di salvezza quanto di distruzione per il mondo intero: la quiete appena ritrovata sarà subito spezzata da Cesare Borgia, le cui truppe papali cingeranno d’assedio la città, costringendo Ezio e i suoi familiari alla fuga: Ezio, con l’aiuto di Leonardo da Vinci, Machiavelli e di altri Assassini sarà coinvolto in una nuova guerra contro i Borgia, impadronitisi di una Roma dalla resa grafica assolutamente mozzafiato. Nel frattempo, nel presente, Desmond, discendente tanto di Ezio Auditore quanto dell’assassino protagonista del primo capitolo della serie, Altair, raggiungerà Monteriggioni per nascondersi dai Templari, oggi una multinazionale nota come Abstergo, intenzionati a recuperare i frutti dell’Eden e a usarli come arma satellitare per piegare il mondo al loro volere; inoltre Abstergo cerca alcuni misteriosi templi di cui Minerva, entità divina e antichissima, parlò direttamente al giovane tramite i ricordi di Ezio, sfruttando l’Animus, il macchinario che permette al protagonista di seguire le azioni dei suoi antenati, unica speranza di salvare il mondo da una devastazione apocalittica.
La veste grafica è splendidamente curata, anche se non presenta eccezionali miglioramenti rispetto ad Assassin’s Creed II: i modelli poligonali sono molto dettagliati, i personaggi hanno movenze fluide ed espressioni facciali realistiche, e gli ambienti sono pressoché perfetti, con i monumenti principali della Roma del primo ‘500 (dal “cupolone” al Pantheon, passando per il Colosseo) riproposti con una precisione quasi maniacale.
Il gameplay di base è sempre quello del capitolo precedente, basato su un sistema dinamico di arrampicata e su combattimenti all’arma bianca veloci e brutali, ma resi eleganti dalle movenze del protagonista e dai molti mini-filmati interni. L’unica aggiunta significativa sta nella possibilità di reclutare fino a dodici nuovi assassini: le reclute potranno, con la semplice pressione di un tasto, aggredire i nemici di Ezio, o eliminarne interi gruppi con dardi di balestra. Questo aspetto, seppure mitigato da un tempo di ‘ricarica’ durante il quale gli adepti non potranno essere richiamati, rende forse troppo facili da portare a termine numerose missioni: con un po’ di pazienza, si può sconfiggere anche decine di nemici senza muovere un dito, o meglio, muovendone uno solo.

I combattimenti sono spesso piuttosto semplici, grazie all’aggiunta di nuove tecniche di uccisione rapida che, seppur molto belle a vedersi, rendono Messer Auditore talmente forte da togliere pepe al gioco in troppi frangenti: l’unica circostanza che vede il protagonista in difficoltà è causata da un bug che, durante i combattimenti con nemici a cavallo, in determinati ambienti, vede la telecamera puntare su una zona dalla quale lo scontro è tagliato fuori, costringendo il giocatore a combattere completamente alla cieca. Questo capita raramente, ma è ovviamente estremamente fastidioso.
Oltre a questi aspetti, l’unica altra nota negativa del gioco sta nell’impressione, spesso anche abbastanza evidente, che gli elementi sullo schermo utili al giocatore siano posti in modo troppo conveniente, e danno quindi un senso di artificiosità all’ambientazione, ma è un aspetto che si può notare più a mente fredda che non durante una sessione di gioco.
Durante il gioco, Ezio avrà anche la possibilità di ampliare il proprio arsenale, di usare le avveniristiche macchine da guerra di Leonardo e di acquistare quadri e stoffe pregiate con i soldi ottenuti liberando Roma, gradatamente, dall’influenza dei Borgia, riportandola agli antichi fasti.
Per aumentare la difficoltà complessiva del titolo, Ubisoft ha aggiunto al gioco la possibilità di completare le missioni in modi particolari, permettendo così al giocatore di ‘sincronizzarsi’ al meglio con i ricordi originali di Ezio Auditore, ad esempio uccidendo senza farsi notare o in modi particolari: mantenendo un elevato tasso di sincronia si potrà sbloccare una ministoria, un “ricordo nel ricordo”, che vedrà il protagonista ricordare una grande storia d’amore vissuta anni prima a Firenze. Completare le missioni secondo le direttive richieste è spesso molto difficile, ma dona al gioco un nuovo livello di complessità, e si tratta comunque di un aspetto facoltativo, così come la possibilità di trovare dieci misteriosi glifi sparsi per la città, che dopo la risoluzione di intricati enigmi permetteranno di approfondire alcuni aspetti della trama e della lotta millenaria tra Templari e Assassini, regalando anche una sequenza bonus a chi si riveli in grado di completarli tutti.
La longevità del titolo va dalle dieci alle quindici ore di gioco, principalmente in base alla percentuale di completamento che si aspira a conseguire.
Il comparto multiplayer è ben sviluppato, e non richiede eccessivi tempi di attesa, sebbene l’interfaccia grafica non sia propriamente intuitiva: il giocatore si calerà nei panni di un agente templare della Abstergo che, tramite una complessa realtà virtuale, sta sfruttando i ricordi di Desmond per addestrarsi. La modalità online gode anche dell’appoggio di un gioco in Flash reperibile gratuitamente tramite Facebook, un’aggiunta carina ma senza troppe pretese al già complesso franchise della serie.
Il finale aperto del gioco lascia moltissimi interrogativi, soprattutto sul ruolo futuro di Desmond, ora in pieno possesso delle abilità di un grande assassino e in balia degli eventi, misteri che saranno (forse) rivelati nell’attesissimo terzo capitolo della serie, del quale si sa però poco o nulla, anche se pare molto probabile che le avventure degli assassini dai cappucci in bianco siano destinate a concludersi nel 2012, anno in cui si svolgono (guarda caso) gli eventi principali.
In definitiva, Assassin’s Creed Brotherhood è un titolo di altissimo livello, molto simile al suo predecessore ma, d’altro canto, erede di una formula di gioco pressoché perfetta, tanto da rendere di fatto inutili e fini a sè stessi eccessivi sconvolgimenti: un titolo da aggiungere senz’altro alla propria collezione, e un degno erede dei primi due capitoli. Requiescat in pace.

Longevità: 8,5
Per un gioco d’azione, dieci/quindici ore di gioco non sono niente male, senza poi considerare le sessioni di gioco online.

Ambientazione: 10
Probabilmente, il titolo vanta una delle storie più belle, complesse e affascinanti dell’intero panorama videoludico di sempre.

Grafica: 9
Pressochè perfetta, ma con qualche piccolo bug di troppo, soprattutto nella gestione dell’inquadratura.

Sonoro: 8,5
Molto vario e ben gestito, ma alla lunga un po’ ripetitivo: dopo qualche ora di gioco ci si renderà conto che i passanti ripetono quasi sempre le stesse frasi. Le musiche sono splendide.

Gameplay: 8,5
Ottimo, ma non esente da qualche pecca che abbassa un po’ troppo lo standard di difficoltà generale. Una grave lacuna sta nella gestione dell’IA dei nemici riguardo le armi da fuoco di Ezio: le guardie non reagiscono al rumore degli spari, errore piuttosto grossolano.

Totale: 9/10
Falco_Nero87

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