Lunedì sera (5 marzo), al Teatro Franco Parenti di Milano,
si è svolto il terzo incontro della serie “Gli scrittori si raccontano”, ciclo
di appuntamenti gratuiti organizzati da Mondadori per far incontrare il
pubblico e gli autori che amano.
L'unico scrittore internazionale invitato è Carlos Ruiz
Zafón celebre per aver scritto L'ombra del vento con cui ha dato nuovo
lustro al romanzo gotico.
È un'occasione rara quella di incontrare un autore
internazionale tradotto in trentasei lingue, soprattutto quando si dimostra
essere gentile, divertente e ironico come Zafón ieri sera. È bello quando un
autore che ami solo attraverso le sue opere si rivela amabile anche di persona.
Ovviamente, la sala era gremita e attenta a non perdersi neanche una parola, e
sono state molte.
Ha raccontato della sua infanzia a Barcellona, quando a 8 o
9 anni con tre amici ha pubblicato i primi racconti e ha avuto la prima
esperienza con la censura: infatti i gesuiti che insegnavano alla piccola
combriccola di editori non hanno apprezzato le descrizioni di squartamenti,
alieni e disastri vari. A 14 anni poi, il giovane Carlos si sente pronto per
essere pubblicato e manda seicento pagine a diversi editori di Barcellona senza
alcun successo. Solo uno degli editori lo vuole incontrare e gli suggerisce di
prendersi più tempo per maturare e rivedere le sue idee. Ovviamente, per un
quattordicenne questo è un affronto, infatti Zafón dice “Scrivevo da quando
avevo 8 o 9 anni. A 14 ormai ero abbastanza vecchio per pubblicare! Dopo i 20
mi consideravo un fossile e tentai con un concorso per ragazzi”. Così, grazie
al concorso, vengono pubblicati i suoi primi libri: Il principe della nebbia,
Il principe della mezzanotte, Le luci di settembre e Marina.
Queste opere rappresentano
per lui una palestra e gli insegnano che i lettori più esigenti sono proprio i
ragazzi “o gli piaci o non gli piaci”. Si sente così pronto ad affrontare la
successiva tetralogia basata sull'idea del Cimitero dei Libri Dimenticati, che
però si rivela un opera “delle dimensioni di una foca: troppo ingombrante per
lo scaffale di una libreria e impossibile da tenere in mano!”. Il primo romanzo
è L'ombra del vento, quello introduttivo che trasporta il lettore nel
labirinto narrativo creato dall'autore. I successivi, Il gioco dell'angelo
e l'ultimo Il prigioniero del cielo aumentano il ritmo, approfondiscono
questioni e trascinano il lettore sempre più a fondo in un mondo sospeso tra
realtà e immaginario gotico. Solo col quarto però Zafón intende svelare l'architettura
del labirinto, di cui per il momento non ha lasciato intravedere quasi niente e
che ci terrà col fiato sospeso fino all'ultima pagina. La grandezza di quest'autore è nella sua capacità di farci
ridere, piangere e appassionare indipendentemente dall'età o dal sesso, lui
stesso dice: “io scrivo per tutte le persone dai 9 ai 99 anni”.
Poi è arrivato il momento degli autografi e quello che
ricorderò per sempre sono il sorriso e il “gracias” che ha rivolto a
tutti, uno per uno.
Per chi fosse interessato l'ultimo degli incontri organizzati da Mondadori vedrà protagonisti Margaret Mazzantini e David
Grossman e
si svolgerà il 26 marzo dalle 21 al Teatro Franco Parenti (M3 Porta Romana).
Clizia
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