Il tempo è denaro. Questo è l'elemento fondamentale del film In Time, scritto, diretto e prodotto dal neozelandese Andrew Niccol, e uscito nelle sale italiane a metà febbraio, tre mesi dopo il debutto negli Stati Uniti.
Nel futuro non molto lontano immaginato da Niccol, già autore di Gattaca e Lord of War, gli esseri umani sono stati geneticamente modificati per smettere di invecchiare a 25 anni, ma anche per vivere letteralmente "a tempo": sono i giorni, le ore, persino i minuti sono la moneta di scambio per qualunque transazione. Sui propri avambracci le persone possono consultare il proprio tempo vitale rimanente, grazie a un comodo quanto angosciante conto alla rovescia digitale, e ricaricarlo con appositi dispositivi, oppure scambiare del tempo con altri attraverso una reciproca stretta di polsi.
In questo mondo distopico, nel quale la classe proletaria lavora puramente per sopravvivere all'interno di ghetti senza legge, il giovane operaio Will Salas (Justin Timberlake), che vive con sua madre Rachel (Olivia Wilde), un giorno salva il ricco centenario Henry Hamilton (Matt Bomer) dall'agguato di una banda di rapinatori. Hamilton, grato al ragazzo e stanco di vivere nell'alienazione e nel senso di colpa, regala a Will il suo ultimo secolo di vita, per poi lasciarsi morire. Will coglie così l'occasione per superare le costose frontiere del ghetto ed entrare nel mondo dei ricchi, quelli che non guardano mai il proprio orologio vitale né devono mai correre, in quanto dispongono di tutto il tempo che vogliono. Durante una capatina al casinò, Will incontra il vecchio milionario Philippe Weis (Vincent Kartheiser), magnate dell'edilizia, e lo impressiona battendolo a carte, al che questi lo invita a un party nella propria villa e gli presenta la propria figlia, Sylvia (Amanda Seyfried). Tra i due scatta subito una scintilla, ma l'arrivo del "custode del tempo" Raymond Leon (Cillian Murphy), sulle tracce di Will per recuperare il tempo che ritiene abbia rubato ad Hamilton, guasta la festa. Will finirà per prendere in ostaggio Sylvia e tentare una fuga disperata...
Lo spunto di base del film non è nuovo, tant'è che Niccol ha già ricevuto accuse di plagio (la principale dallo scrittore Harlan Ellison), ma è certamente abbastanza interessante da attirare gli appassionati di fantascienza; eppure, chi rimane più soddisfatto da In Time sono gli amanti dei film d'azione senza tanti fronzoli. Niccol ha scelto di non soffermarsi molto sulle spiegazioni o sull'arricchimento dell'ambientazione del film, quanto piuttosto sull'azione adrenalinica e sul fascino dei personaggi. Se da un lato infatti manca quella quantità di informazioni e dettagli che avrebbe potuto rendere il film più profondo, dall'altro il ritmo delle vicende riesce a non annoiare mai lo spettatore: a parte qualche scena un po' troppo spettacolare ed esagerata (in particolare una certa sparatoria e un elemento salvifico che pare preso dalle vignette del signor Bonaventura), In Time risulta fluido e molto godibile. Centrale è anche la storia d'amore tra Will e Sylvia, personaggi inizialmente agli antipodi ma presto alleati in una vita di coppia criminale alla Bonnie & Clyde. Un elemento che visivamente mi ha colpito è la forte essenzialità, o povertà, degli ambienti in cui si muovono i personaggi, a partire ovviamente dal ghetto. Edifici anonimi, ampie strade vuote, interni spogli e per nulla accoglienti, tutto concorre a creare un'atmosfera di alienazione, di rassegnata solitudine, a cui solo Will e poi Sylvia sembrano volersi ribellare.
Gli attori, tutti relativamente giovani per esigenze narrative, se la cavano bene. Timberlake, famoso cantante, dopo alcune esperienze di doppiaggio in prodotti d'animazione (principalmente Shrek terzo e L'orso Yoghi) e il ruolo di co-protagonista attraente ma vacuo in Bad Teacher, dimostra questa volta di saper vestire i panni dell'eroe drammatico, senza particolari vette recitative ma con vivacità e credibilità; a fine anno ritroveremo il bel Justin in Trouble with the Curve, con Clint Eastwood. L'altrettanto bella Amanda Seyfried, qui in versione gothic lolita e per una volta non bionda (come lo era in Mamma Mia! e in Cappuccetto rosso sangue), è un po' meno intensa, ma è impossibile non perdersi in quei suoi occhioni da eroina dei manga. Il personaggio che ho trovato più interessante è quello di Murphy, il "tempoliziotto" (cit. Pk) instancabile e ligio al proprio dovere fino alle estreme conseguenze; Cillian ha un nome strano ma è davvero bravo, come si era già visto in Batman Begins e in Inception. Menzione speciale per Olivia Wilde, purtroppo relegata a un ruolo marginale ma che irradia bellezza e sensualità, anche grazie a un decolletè con push up decisamente inedito.
Di seguito, il trailer italiano del film:
Lor
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