La nuova fatica dei Marvel Studios, è uscita questa settimana al cinema: X-Men - L’inizio, ambientato ancor prima di X-Men le origini: Wolverine racconta la storia di Erik Lehnsherr, ebreo sopravvissuto all’olocausto in cerca di vendetta, e di Charles Xavier, giovane e brillante genetista, entrambi dotati dalla nascita di straordinari poteri, rispettivamente il controllo del magnetismo e la telepatia.
Le strade dei due si incrociano nel tentativo di fermare Sebastian Shawn (un esemplare Kevin Bacon), potentissimo ed eternamente giovane ex medico nazista leader del cosiddetto Club Infernale, determinato a sfruttare la crisi cubana del ’62 per scatenare un olocausto nucleare: avendo scoperto che è proprio il potere dell’atomo a favorire lo sviluppo dei mutanti, nuovo stadio evolutivo dell’umanità, Shaw coltiva il sogno di uno scontro razziale che elimini o schiavizzi ogni singolo essere umano e porti alla gloria lui e i suoi fratelli mutanti, una vera e propria razza suprema.
I piani di Shawn e dei suoi saranno sventati da Erik e Charles, aiutati da una squadra di giovanissimi mutanti che il genetista educherà di persona: l’amico, ormai corrotto dall’odio, ruberà al perfido Shawn un elmo in grado di proteggere la propria mente, e farà sua la missione del nemico, cosa che costerà al giovane Xavier l’uso delle gambe e la sorella adottiva, la mutaforma Mystica, affascinata dalle idee radicali dell’uomo ora conosciuto come Magneto, il signore del magnetismo.
Pur con qualche pecca, il film risulta nel complesso molto godibile, con una buona caratterizzazione dei protagonisti (il rapporto tra Magneto e quello che diverrà noto come il “Professor X” ricalca in modo piuttosto evidente quello tra Malcom X e Martin Luther King) e dei personaggi secondari (I membri del Club Infernale sono piuttosto taciturni, ma la bionda telepate e femme fatale Emma Frost -January Jones- e i giovani X-Men riescono ad avere un discreto impatto sullo spettatore), effetti speciali di buon livello e una trama piuttosto convincente.
Il più grosso difetto della pellicola sta nell’eccessiva caratterizzazione negativa dei personaggi umani ‘da sfondo’, dai soldati che urlano al cattivo di turno di prendere i mutanti ma di salvare loro persone “normali” (casualmente di fronte alla porta dei giovani supereroi) fino ai generali americani cattivi, molto stereotipati, che parlano per frasi fatte: questo aspetto si risolve in una caratterizzazione dei personaggi di minor peso molto artefatta e poco credibile, dettata forse dal non voler esplorare ancora una volta nel dettaglio (come nella trilogia principale) il tema del razzismo verso i mutanti.
Una nota: i vecchi fan potrebbero storcere il naso, come già avvenuto in passato, per la scelta dei personaggi e per la loro collocazione cronologica, ma è bene ricordare come, data l’estrema vastità del sottobosco mutante targato Marvel, forse non c’era altro modo per inserire un così vasto numero di personaggi nei vari film.
Nel complesso, senza essere un capolavoro, X-Men: First Class risulta un film d’azione estremamente gradevole e ben recitato, che ben si integra nel quadro complessivo della pentalogia e che finalmente si attesta a un buon livello dopo gli scadenti risultati del terzo film e dello spin-off sull’artigliato Wolverine, qui presente in un breve quanto esilarante cameo (che vi mostriamo qui di seguito!).
Falco_Nero87
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