E’ il 29 gennaio del 1996 quando la software house texana 3D Realms mette in commercio il videogioco sparatutto Duke Nukem 3D, seguito di Duke Nukem e Duke Nukem II. Il terzo capitolo della serie, disponibile su pc, Playstation, Sega Saturn, Nintendo 64, Mega Drive e riesumato nel 2008 su Xbox Live, introduce una grafica tridimensionale e un protagonista, il biondo macho Duke Nukem (“to nuke” significa colpire con armi atomiche, e in italiano la traduzione del titolo suonerebbe come “Duca Nuclearizzali”), ancora più volgare, scorretto e narcisista di prima. Il Duca è solito trattare i nemici alieni con fare sprezzante, ingiuriandoli e infierendo sui cadaveri, e ha un evidente debole per le belle ragazze, al punto di rischiare la vita per liberare spogliarelliste e cinema porno dalla morsa dei mostri. I punti forti del gioco sono la gran quantità di armi differenti (pistole, fucili, mitragliatrici, bombe, lanciarazzi, armi congelanti e restringenti da usare in combinazione con le pedate, e altro ancora), i variegati ambienti ricchi di dettagli e zone nascoste da scoprire, nonché ovviamente l’humour trash che contraddistingue la saga. L’enorme successo di Duke Nukem 3D porta la 3D Realms e molti programmatori amatoriali a sviluppare una lunga serie di espansioni e add-on per il gioco, perlopiù consistenti in nuove mappe e armi, e nel 1997 gli stessi sviluppatori annunciano di aver iniziato a produrre il sequel Duke Nukem Forever. Questo titolo diventerà famosissimo negli anni a venire come il più leggendario vaporware della storia dei videogiochi, ovvero il titolo promesso da più anni senza poi venire davvero alla luce. Nel corso degli anni Duemila, infatti, la 3D Realms pareva sparita nel nulla: la completa assenza di trailer, screenshot e persino semplici notizie sullo stato del gioco hanno contribuito a creare un alone di mistero e di sarcasmo intorno alle nuove avventure dell’eroico Duke. L’apice del grottesco si raggiunge nel maggio del 2009, quando la 3D Realms ha dichiarato bancarotta e milioni di fan speranzosi hanno pianto lacrime amare. Non tutti però restano a guardare lo sfacelo del progetto Duke Nukem Forever: 2K Games e Gearbox Software, nelle rispettive vesti di publisher e sviluppatore, acquistano i diritti e il materiale sul gioco e lo rimettono in produzione. La fine di questa decennale telenovela arriva nel giugno di quest’anno: dopo la diffusione di diversi trailer, 2K Games annuncia la data d’uscita del gioco, fissata prima per il 6 maggio e poi per il 10 giugno, per Windows, Playstation 3 e Xbox360.
La demo del prodotto viene pubblicata su Steam il 3 giugno, ma solo alcuni giocatori fortunati o lungimiranti (i membri del Duke Nukem Forever First Access Club, in cui si entra tramite un codice contenuto in altri giochi della 2K Games) vi guadagnano l’accesso. Grazie alla mia copia di Borderlands Game of the Year Edition sono entrato nel Club e ho potuto provare la demo in anteprima. La demo è costituita da due parti giocabili: la prima introduce a dovere lo smargiasso protagonista (il livello è videogiocato dallo stesso Duca, e quando una concubina gli chiede “Allora Duke, ti è piaciuto il gioco?”, l’ironica risposta è “Dopo dodici fottuti anni, vorrei anche vedere!”) e lo porta a sconfiggere il boss finale di Duke Nukem 3D, con tanto di storico vilipendio del suo cadavere (un bel calcione e l’unico occhio del mostro finisce nella porta del campo di rugby in cui si è svolto lo scontro), mentre la seconda parte è ambientata in un deserto roccioso, prima a bordo di un veicolo e poi a piedi attraverso gole, ponti e miniere. Dodici anni di attesa portano inevitabilmente ad aspettative piuttosto alte, e presto ci si abbatte contro lo scoglio della grafica non al passo coi tempi. Gli interni della prima parte non sono male, ma il deserto molto povero di modelli poligonali e texture è una sofferenza per gli occhi; i nemici non sono particolarmente dettagliati, così come il veicolo del livello desertico, le animazioni e le esplosioni, e i colpi delle armi non danno quella sensazione di fisicità che ci si aspetterebbe da un gioco del 2011.
Ci tengo a precisare che ho giocato la demo con un computer di fascia media, risoluzione a 1280x1024 e qualità video impostata su “alta”. Ma veniamo al gameplay: come ci si poteva aspettare nell’era di Call of Duty 7, il Duca non fa altro che camminare e sparare (con le stesse armi di Duke Nukem 3D!), salvo brevi intermezzi alla guida o di risoluzione di piccoli enigmi basati sulla fisica, dispone di occhiali agli infrarossi e soprattutto si cura da solo nei momenti di quiete, dunque niente più ricerca né uso misurato dei medipak o degli steroidi come accadeva nei titoli precedenti. Duke Nukem Forever vuole essere un titolo d’azione, privo di tempi morti e dall’avanzamento lineare, tutto puntato sull’awesomeness del protagonista e delle situazioni estreme in cui si va a cacciare. Se la demo rispecchia l’intero gioco, posso tranquillamente pronosticare una serie di stroncature da parte della maggioranza dei recensori, non tanto per l’oggettiva “vecchiaia” del gioco quanto piuttosto per le attese e le aspettative deluse da un gioco mediocre. Probabilmente sarà comunque divertente rimettersi negli aderenti panni del Duca e disintegrare dozzine di mostri per salvare ragazze procaci, ma a molti rimarrà l’innegabile sensazione che sarebbe stato meglio se Duke Nukem Forever fosse rimasto un vaporware leggendario.
Lor
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