giovedì 17 marzo 2011

Le novità di Pokemon Bianco e Nero

Il 4 marzo sono usciti in Europa i due nuovi capitoli della fortunata serie videoludica dei Pokemon, i pocket monsters inventati da Satoshi Tajiri. Pokemon Bianco e Pokemon Nero (versione Bianca e versione Nera, per essere esatti) sono i titoli di queste due cartucce per Nintendo DS, e probabilmente gli ultimi giochi della serie a essere prodotti per questa console. Chi scrive è un giocatore storico dei Pokemon, sono passato per Rosso, Argento, Zaffiro, Platino e ora Bianco, e tenterò di recensire i due nuovi arrivati da un punto di vista meno casual del solito. Il gameplay di Bianco e Nero rimane aderente ai dettami della serie: si tratta sempre di partire da un villaggio insulso in compagnia di un pokemon di tipo Erba (l’altezzoso Snivy), Acqua (l’uggioso Oshawott) o Fuoco (il pimpante Tepig) e di intraprendere un viaggio attraverso una vasta regione (Unima, curiosamente differente dall’inglese Unova, oltre che dall’originale Isshu); durante l’avventura si cattureranno molti altri pokemon e li si aizzerà contro allenatori, capipalestra e cattivi di turno. Questi ultimi rivestono ora un ruolo più centrale: il Team Plasma, capeggiato dal losco Ghecis e dal giovane e puro “re” N, ha una presenza più marcata nel gioco e va combattuto persino durante e dopo la classica scalata alla Lega Pokemon, cioè la congrega degli allenatori più potenti della regione. Nonostante l’apparente pedissequità del gioco al canone dei capitoli precedenti, lo sviluppatore Gamefreak ha effettivamente introdotto moltissime piccole novità, a partire da un notevole miglioramento estetico del gioco. Gli ambienti sono spesso tridimensionali, la telecamera è mobile nei movimenti e nei combattimenti, e in questi ultimi gli sprite dei pokemon sono finalmente animati (anche se spesso un po’ troppo pixellosi), e rendono le frequentissime lotte meno statiche del solito. Gli stessi pokemon, poi, sono completamente nuovi: accantonati i ricicli delle vecchie bestioline (niente più odiosi Zubat e Geodude nelle caverne, niente inutili pre-evoluzioni di pokemon di generazioni precedenti, ma purtroppo nemmeno loro evoluzioni), Gamefreak ha sfornato circa 150 pokemon mai visti, naturalmente con molte combinazioni di tipi, abilità e mosse altrettanto inedite. 
Com’era prevedibile, i fan della serie dibattono aspramente sulla gradevolezza estetica dei nuovi pokemon e sull’orecchiabilità dei loro nomi, ma sono pareri soggettivi; personalmente apprezzo la gran parte dei nuovi arrivati, con eccezione dei pokemon fotocopia (Pidove è l’equivalente di Pidgey, Patrat di Rattata, Roggenrola di Geodude, ecc.; le tre scimmiette elementali Pansage, Pansear e Panpour si assomigliano eccessivamente tra loro, come pure i tre genii Tornadus, Thundurus e Landorus) e di alcuni nomi indiscutibilmente inascoltabili (Minccino e Cinccino, che sembrano cognomi da mafia italo-americana; Eelektrik è quasi uguale all’Elektrike di Rubino e Zaffiro, come pure Serperior e Rhyperior). Ovviamente, quando si completa la storia principale del gioco, si riceve il Pokedex nazionale, che a sua volta sblocca la comparsa di pokemon vecchi sia selvatici che utilizzati dagli allenatori rivali. Anche alcune meccaniche di gioco hanno subito ritocchi, in particolare è stato rivisto il sistema dei punti esperienza, che ora scoraggia il grinding di pokemon selvatici di livelli molto inferiori al proprio con un minor numero di punti exp elargiti, mentre al contrario premia le vittorie contro livelli più alti; va poi segnalato che il personaggio di Aralia, la dottoressa milf che ci manda all’avventura, dona al giocatore l’oggetto Fortunuovo, rarissimo nelle cartucce precedenti, che moltiplica per 1.5 il numero di punti exp ricevuti dal pokemon che lo tiene, risparmiandoci tempo ed energie. Alcune delle altre innovazioni degne di nota: vistoso aumento del numero di npc (personaggi non giocanti) utili sparsi in giro; MT (Macchine Tecniche, ovvero mosse speciali insegnabili ai pokemon) infinite, non più monouso come prima; minor richiesta dell’uso delle MN (Macchine Nascoste, nome inappropriato di alcune mosse chiave, come Taglio, Forza o Surf, necessarie per risolvere piccoli enigmi o raggiungere locazioni avanzate); livello medio di evoluzione dei pokemon innalzato di parecchio; introduzione delle battaglie 3vs3; reparto multiplayer ampliato, con nuove funzionalità wi-fi (ancora da testare: il favoleggiato Dream World, da noi Intramondo, è una sorta di ambientazione online con pokemon dalle abilità peculiari e giochini in co-op, che però la Nintendo renderà raggiungibile sui propri server solo dal 30 marzo). 
In definitiva, ho apprezzato la chiara volontà di Gamefreak di svecchiare la propria serie di punta, che ormai ha compiuto 16 anni di vita, anche se la strada da fare è ancora molto lunga. Dal punto di vista competitivo, sono pienamente soddisfatto: combattere contro avversari umani è diventato ancora più divertente, grazie all’ampliamento dei pokemon e delle strategie disponibili. Per gli addetti ai lavori: sì, sono uno Smogon fag. Per tutti gli altri: sì, gioco ancora ai Pokemon, e continua a valerne la pena.


Lor

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