mercoledì 27 luglio 2011

L’Uruguay vince la Copà America!



Sicuramente era una delle tre squadre favorite all’inizio del torneo. Oltretutto il palmares parlava chiaro: 14 vittorie della Copa America, così come solo l’Argentina, davanti al Brasile fermo a 8.
Però ad esser sinceri non erano tantissimi quelli che avrebbero scommesso sui ragazzi di Tabarez, vista la location, le motivazioni e la voglia dell’Argentina, padrona di casa, e dello stesso Brasile che doveva riscattare un brutto mondiale.
La fase a gironi (qui una descrizione dettagliata) aveva già riservato alcune sorprese ma le fasi finali si sono rivelate ulteriormente inaspettate.

QUARTI DI FINALE

Il primo match dei quarti era la grande sfida Argentina – Uruguay, una partita equilibrata, con occasioni da entrambe le parti. I gol, tutti ne primo tempo, con Perez a cui risponde Higuain, bravo a mettere in rete un grande assist di Messi; la partita si decide ai rigori con l’errore decisivo di Tevez. Anche il Brasile, l’altra grande favorita esce ai rigori, dopo però aver dominato la partita contro un Paraguay che, come vedremo anche nei successivi match, mette in mostra un catenaccio tipicamente “italiano”. I verdeoro colpiscono pali e traverse, mangiandosi anche diversi gol ma l’incredibile accade nei tiri dagli 11 metri, con 4 rigori su 4 sbagliati dai brasiliani. I quarti però sono stati veramente sorprendenti e così anche le altre due favorite vengono eliminate, la Colombia dopo un grande girone eliminatorio vinto, si arrende nei tempi supplementari ad un grande Perù trascinato ancora da Vargas; il Cile che aveva anch’esso brillato nel suo girone , viene clamorosamente eliminato dalla cenerentola del torneo, il Venezuela, che anche grazie ad un pizzico di fortuna (fattore che poi verrà a mancare nella successiva sfida con il Paraguay) riesce a superare i cileni 2-1 sfruttando soprattutto i caldi da fermo.

SEMIFINALI

La prima delle due è Uruguay – Perù. Gli uomini di Tabarez a questo punto sono di diritto i favoriti e questo non sempre è un fattore positivo; in questo match però gli uruguayani dimostrano grande superiorità tecnico tattica, oltre a mettere in mostra il vero trascinatore del torneo: Luis Suarez, il quale con una doppietta assicura alla sua squadra l’accesso in finale. L’altra semifinale, Paraguay – Venezuela vede l’albiroha continuare con il solito catenaccio, e in questo caso i venezuelani sono tutt’altro che fortunati, colpendo 3 tra pali e traverse e vedendosi respingere gol quasi fatti dal portiere e capitano Villar. La gara finisce 0-0 ed è decisa ai rigori dove la maggior tecnica individuale dei paraguayani emerge, consentendogli l’accesso in finale.

FINALE

Uguruay – Paraguay è stata sicuramente una delle partite più belle e intense del torneo, nonostante il risultato finale 3-0 possa far pensare a un match a senso unico. Come sempre i paraguayani, che sono arrivati in finale senza vincere nemmeno una singola partita in tutto il torneo, attuano il loro gioco chiuso, fatto quasi esclusivamente di ripartenze. L’Uruguay invece mantiene il possesso palla, sfiorando più volte il gol e trovandolo poi con Suarez (partita da 9 la sua) al 12’, con un sinistro incrociato a fil di palo. Sul finire del primo tempo arriva anche il raddoppio di Forlan a suggellare un dominio che sul campo si era visto tutto. Il secondo tempo rimane su buoni ritmi, con qualche occasione per il Paraguay, e la rete del definitivo 3-0 ancora di Forlan su assist di Suarez.

SORPRESE CONFERME DELUSIONI

Doveva essere il torneo di Messi, di Ganso e Neymar, di Cavani e Sanchez, e invece è stata senza ombra di dubbio la Copa America di Luis Suarez. Premiato ovviamente come MVP del torneo, l’attaccante del Liverpool ha saputo essere concreto, altruista, tranquillo senza voler/dover strafare, riuscendo a traghettare la sua nazionale fino alla vittoria. I complimenti vanno però a tutta la squadra, a partire dalla solidissima difesa con Lugano vero leader, Coates, giovane colosso e grande promessa, un gran Martin Caceres, e poi ancora Alvaro Pereira decisivo in più di un occasione e lo stesso Forlan che, pur senza brillare come aveva fatto al mondiale, ha mostrato che negli appuntamenti che contano lui riesce comunque ad essere decisivo.
Per quanto riguarda le delusioni non può non esserci l’Argentina in blocco, e di conseguenza la sua stella più luminosa, Lionel Messi che nemmeno questa volta è riuscito a fare la differenza in nazionale, così come la fa quotidianamente nel Barcellona. Sarebbe però superficiale e sbrigativo, oltre che ingiusto addossare tutte le colpe del fallimento argentino sulla pulce, i problemi sono stati altri,  a partire dal tecnico Batista (già sollevato dall’incarico) che non è riuscito a dare un’identità di squadra, fino ad arrivare ai vari Lavezzi, Tevez, Banega ecc arrivati tutti senza motivazioni/energie a questo appuntamento,. Piuttosto deludenti anche i brasiliani Ganso, Pato e Robinho, leggermente meglio Neymar che però ha nuovamente mostrato i limiti (più che altro mentali) che può avere un diciottenne al quale vengono consegnate le chiavi della nazionale.
Le sorprese sono state parecchie, da Joel Campbell, costaricano classe 1992, sul quale hanno già messo gli occhi parecchi club europei, tra cui Arsenal Juventus e Fiorentina, a Vizcarrondo, colonna portante della difesa venezuelana, e poi ancora Estegarribia (ala paraguayana), Valdivia e Coates.
In generale è stato un bel torneo, nonostante le fasi iniziali siano state non proprio brillanti e avvincenti. Le eliminazioni delle squadre favorite hanno sicuramente incuriosito, anche per come sono arrivate, in quanto spesso sono state le motivazioni a fare la differenza.


Mywo

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