sabato 17 marzo 2012

VaSongs #10

Apriamo questo decimo appuntamento con la rubrica musicale di VasiComunicanti con il dovuto tributo a Lucio Dalla, scomparso il 1° marzo e ricordato in queste settimane da tanti, spesso anche inopportunamente. Sfogliando la discografia di Lucio Dalla ho ritrovato una canzone del 2001 che mi ero totalmente dimenticato ma che ho amato molto. Il brano si intitola Kamikaze e sono contento di proporvelo nella speranza che gli appassionati di musica, se ancora non l’hanno fatto, comincino a scoprire uno dei più grandi cantautori italiani di tutti i tempi.

Passiamo alle novità musicali di questi ultimi mesi. Le prime tre canzoni che vi proporrò sono tutte “figlie” della serie televisiva Glee, nel senso che hanno raggiunto la meritata popolarità dopo l’esecuzione da parte del cast di questo musical televisivo. Cominciamo con Cough syrup, brano degli Young The Giant, band californiana nota in passato come The Jakes. Questo brano ha avuto un disperato bisogno di Glee per emergere, visto che risale all’anno scorso ma ha raggiunto la popolarità radiofonica (anche in Italia) solo nelle ultime settimane; una canzone che abbina l’intensità rock a quel tocco di malinconia che la rende stupenda.

Life’s too short to even care at all oh
I’m coming up now coming up now out of the blue […]
So I run to the things they said could restore me
restore life the way it should be
Waiting for this cough syrup to come down

Un vero e proprio inno alla giovinezza e al divertimento è quello che hanno scritto i Fun. con We are young, brano che punta tutto sulla melodia del ritornello, che cattura immediatamente. La marcia dettata dal rullante dà solennità al testo mentre la voce di Nate Ruess, con i suoi vocalizzi, è perfetta per questo tipo di canzone.

Vi ricordate di Kelly Clarkson? La vincitrice della prima edizione del talent show statunitense American Idol aveva raggiunto il successo mondiale nel 2005 con Since U been gone, Behind these hazel eyes e Because of you, per poi cadere nel dimenticatoio, in particolar modo in Italia. In realtà Kelly non è stata con le mani in mano ma ha continuato a fare musica e soprattutto a mangiare. Una Kelly Clarkson palesemente ingrassata si ripropone ora con What doesn’t kill you (stronger), un pezzo che ricorda l’energia dei vecchi successi e che potrebbe riportarla in auge.


Cambiamo genere e passiamo alla sorpresa più grande degli ultimi tempi: Gotye, all’anagrafe Wouter Wally De Backer, è un cantautore nato in Belgio ma naturalizzato australiano che sta conquistando tutto il mondo con Somebody that I used to know. Gotye è riuscito nell’impresa di scrivere una canzone che tocca le corde giuste dell’anima, o che sicuramente non lascia indifferenti. La contrapposizione di voci tra Gotye e la neozelandese Kimbra è da brividi, sopra un arrangiamento essenziale e, per questo, efficace. Nonostante queste sonorità particolari, il testo racconta una storia semplice, quella di un uomo deluso, disarmato, che si trova ad affrontare una persona che pensava di conoscere e di amare ma che si rivela tutt’altra cosa.

Now you’re just somebody that I used to know

Di tutt’altro taglio è Lego house, brano di Ed Sheeran, giovanissimo cantautore britannico, premiato come miglior artista maschile ai recenti Brit Awards. Ed Sheeran racconta la dedizione verso la sua dolce metà, per cui è disposto a tutto, anche a costruire una casa di mattoncini Lego. Niente di nuovo, sia chiaro; solo una ballata soffice e delicata che ha trovato la melodia giusta per spopolare. Per avere solo 21 anni, non male.

Ancora diverso è l’approccio all’amore di Lloyd, cantante R’n B americano, che in Dedication to my ex (miss that) se la prende con la sua ex, scomparsa con il suo “amore”. Esistono due versioni di questo brano: l’originale che dice “I miss that pussy” (spero non ci sia bisogno di traduzione) e una versione clean che sostituisce “pussy” con “lovin”. Il brano si avvale della collaborazione di Andre 3000, leader degli Outkast.

I PNAU sono un duo di musica dance australiano, formatosi nel 1999, che ha raggiunto il successo nel 2008 con il singolo Walking on a dream, sotto il nome di Empire of the Sun. Tornano ora con The truth, brano dance ben scritto, che racconta dell’ennesimo uomo ingannato dalla propria donna; pensava di conoscere la verità.

E’ tempo di secondi singoli per numerosi artisti internazionali: i Black Keys, dopo il successo di Lonely boy, ripropongono il loro rock d’altri tempi con Gold on the ceiling; Emeli Sandè sceglie Next to me per coltivare il seguito ottenuto con Heaven, a mio parere inferiore rispetto a questo nuovo singolo; un po’ country il racconto dei Train in Drive by, che anticipa il nuovo album California 37; il fenomeno Lana Del Rey continua anche con la title-track dell’album, Born to die, in cui la cantante continua a stupire per la sua capacità di rendere apprezzabili delle lagne assurde.
Torniamo in Italia per concludere questo appuntamento musicale. Cosa ci ha lasciato il Festival di Sanremo? Come sempre le note più positive arrivano dai Giovani, su tutti Marco Guazzone, quarto classificato. Guasto è la canzone migliore dell’intero Festival e propone realmente qualcosa di nuovo per la musica italiana. I terzi classificati, la band pugliese Iohosemprevoglia, hanno portato a Sanremo Incredibile, brano che non sta avendo l’attenzione che merita. Passando ai Big, la più scaricata e ascoltata è sicuramente La notte di Arisa, che ha stupito tutti per la sua nuova veste, più matura. A me non ha sorpreso un granché ma apprezzo il cambiamento. Infine Noemi si è riconfermata un’artista interessante con Sono solo parole; a questo proposito vi consiglio l’ascolto di quello che sarà il prossimo singolo, uno dei due nuovi brani della riedizione di RossoNoemi, In un giorno qualunque, a ragion veduta, una delle più belle canzoni di Noemi.
Concludo con il nuovo singolo di Ligabue (già annunciato mesi fa da VasiComunicanti), M’abituerò, brano scritto agli inizi della carriera del cantautore di Correggio ma proposto solo ora con Campovolo 2.011. Una visione ottimista della sofferenza dopo l’amore, con un pizzico di malinconia, che non manca mai.

M’abituerò a non trovarti
m’abituerò a voltarmi e non ci sarai
m’abituerò a non pensarti
quasi mai, quasi mai, quasi mai
D9P

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