lunedì 31 gennaio 2011

Legend Film Festival: dopo Ritorno al futuro, arriva Frankenstein Junior!


La Nexo Digital (società che si occupa di produzione e distribuzione di contenuti multimediali al cinema) da qualche mese ha avviato il Legend Film Festival. Iniziativa a dir poco interessante, il festival è una rassegna di film che hanno fatto la storia del cinema, quelli più amati e visti, che ritornano nelle sale cinematografiche dopo anni e anni. Il 27 Ottobre è stata inaugurato il festival con la proiezione, solo per un giorno, di Ritorno al futuro, a 25 anni dalla sua uscita (50000 spettatori con un guadagno di circa 250000 €): un’esperienza eccezionale per chi è riuscito ad accaparrarsi i biglietti e che ora può vantarsi di aver visto questo capolavoro al cinema. Da allora, ogni giovedì un grande classico è tornato al cinema, rimasterizzato in 2K, tra i migliori formati di proiezione in digitale e alta definizione ora a disposizione, e in Dolby Digital 5.1.
Torna alle cronache questa sfilata di grandi successi ora che è il turno di un vero cult per tutte le età: Frankenstein Junior. Film conosciuto a memoria da tantissimi fans e uscito nel 1974 per la regia di Mel Brooks, Frankenstein Junior è pronto ad accogliere nuovamente generazioni di appassionati. Il 2 e il 3 febbraio le sale cinematografiche che aderiscono all’iniziativa (le trovate qui: http://www.nexodigital.it/) proietteranno il film per la gioia del pubblico che, siamo sicuri, reciterà a memoria tutte le battute, godendosi, nonostante questo, un grande momento.


L’appuntamento successivo a F.J. sarà con il primo Wall Street il 23 febbraio, in occasione dell’uscita del Blu-ray.
Vi proponiamo qui l’elenco completo dei film che sono stati o verranno distribuiti nei cinema:
QUEI BRAVI RAGAZZI - INTRIGO INTERNAZIONALE - IL GIGANTE - VIA COL VENTO - SPLENDORE NELL'ERBA - FRANKENSTEIN JUNIOR - ALL'INSEGUIMENTO DELLA PIETRA VERDE - WALL STREET - COCOON - EDWARD MANI DI FORBICESCARFACEMARNIE - CARLITO'S WAYPSYCHO - JESUS CHRIST SUPERSTARSCIARADA - AMERICAN GRAFFITI - RITORNO AL FUTURO - GLI INTOCCABILIGREASE - IL PADRINO - FORREST GUMPFLASHDANCE - LA FEBBRE DEL SABATO SERA - STAYING ALIVE - COLAZIONE DA TIFFANY - VOGLIA DI TENEREZZA - LA VITA E' MERAVIGLIOSA - AMERICAN BEAUTYGHOST - LA CALDA NOTTE DELL'ISPETTORE TIBBSROCKY - UN UOMO DA MARCIAPIEDE - IRMA LA DOLCE - A QUALCUNO PIACE CALDO - HOLLYWOOD PARTY 
D9P

Ecco Vuoto a perdere di Noemi! Canzone e video ufficiale.

Come preannunciato qualche post fa, torna Noemi con il singolo Vuoto a perdere. Possiamo ora presentarvelo e mostrarvi il video ufficiale (anche in 3D), diretto da Fausto Brizzi, regista di Femmine contro maschi, di cui il singolo è la colonna sonora.
Un incalzante pianoforte in apertura dà il via a una melodia che sa di Vasco, autore del testo, e di Curreri, autore della musica. Il singolo è godibilissimo, forse non brilla come i passati Briciole e L’amore si odia (irrangiungibile) ma ha un suono pieno e vivace. Il testo parla di una donna che è cambiata, maturata inconsapevolmente e che ora se ne rende conto, ne prende atto ed è pronta a ripartire, scrollandosi il peso della vita, con nuove consapevolezze. Momenti buttati via per niente, forse anche persone abbandonate per niente e la presa di coscienza che non serve fermarsi a cercare qualche cosa di più, perché poi si pagheranno le conseguenze delle nostre scelte, quando forse è meglio capire quanto di bello si ha (e non si tratta di accontentarsi). Un testo, dunque interessante e speranzoso se cantato da Noemi, che perde un po’ nel ritornello, abbastanza senza significati profondi. Mi viene solo da chiedermi: come fa Vasco intanto a sapere della cellulite di Noemi e poi a scrivere di un argomento così psicologicamente delicato per le donne??

Aspettiamo il nuovo album di questa grande interprete, destinata a grandi cose.
D9P

Best goal of the week #3

Terzo appuntamento per la nostra ormai consueta rubrica sportiva contenente i migliori gol segnati in tutti i campionati mondiali. Questa settimana il repertorio di reti scelte è piuttosto vario: abbiamo delle azioni individuali prolungate e concluse ottimamente con Benzema, Gokhan e Orozco; buone giocate di squadra che hanno portato al gol Pato, Simpson e Vucinic; e ovviamente gli immancabili tiri da fuori, singole prodezze ad alto coefficiente di difficoltà, molto diverse tra loro: sassate di potenza (Quaresma e Calderon), una conclusione al volo sotto al sette (Meireles) e un astuto pallonetto (Sulejmani).

1) Sulejmani (Ajax)
2) Orozco (Venezuela U20)
3) Raul Meireles (Liverpool)
4) Gokhan Gonul (Fenerbaçhe)
5) Alexandre Pato (Milan)
6) Karim Benzema (Real Madrid)
7) Nestor Calderon (Toluca)
8) Mirco Vucinic (Roma)
9) Robbie Simpson (Brentford)
10) Quaresma (Besiktas)

Buona visione.

Mywo

domenica 30 gennaio 2011

Che coss'è l'amor?

Che coss’è l’amore. Chiedeva Capossela. 

Ѐ un sasso nella scarpa? Magari anche piacevole, eh.. 
Esiste? Come fai a sapere se è amore? Magari domani proverai il doppio di quel sentimento. E allora qual è? Dov’è? Come si riconosce? Ma soprattutto è razionalità o irrazionalità? Ѐ istinto o ragione? Come distinguere l’amore dall’abitudine, dall’affetto? Ѐ strategia o spontaneità? 

Parliamo in soldoni: è bello o brutto? Tutti mi risponderete è bello. E io ora ribatterei chiedendo: oggi è bello, e domani? Non riuscite a immaginare che domani potrebbe cambiare tutto, per quanto possiate essere sicuri ora, per quanto possiate aver già progettato il futuro, tutto può succedere. E quando succede, è bello o brutto? Tutti i bei ricordi, tutti i momenti indimenticabili o anche solo l’intesa che avevate svaniscono in un attimo. Cosa rimane? Rimane il vuoto, rimane la rabbia, la rabbia di non sapere chi ti ha fatto questo. Dio? C’è? Ѐ stato lui? Avremmo almeno qualcuno con cui prendercela. Rimane questo e rimane la delusione dentro di sé di non aver saputo affrontare la cosa, di non aver previsto la cosa, di non aver fatto abbastanza, nonostante tu abbia fatto molto di più dell’abbastanza, in un momento in cui il cuore ti dava la forza di fare di tutto. Tu che sei sempre stato deciso, razionale, orgoglioso, con dei valori fortissimi e insormontabili. Ti trovi a perdere autostima, dignità, fiducia, coerenza e a non sapere neanche perché. Hai ormai sdoganato la tua debolezza, ti hanno già visto tutti piangere e te ne vergogni un po’, sbagliando forse. E il peggio è quando inizi a scrivere i tuoi cazzi su facebook: se hai un cervello, quello è il segnale che sei alla frutta. Sei disilluso e hai toccato ampiamente il fondo. Anche quando le avrai provate tutte, quando avrai sotterrato sotto metri di terra i tuoi valori, anche allora non ti darai pace perché in fondo, perché? Perché doveva capitare a me, a noi? 

Ma la vita va avanti, no? Ci siamo passati tutti, no? Ne troverai una migliore, no? Ce ne sono di migliori, no? E sei in bilico, a stento in equilibrio, tra il sì, ne è valsa la pena, e il no, se dovevo perdere tutto, no. Se la persona che pensavi di conoscere perfettamente, e che tuttora, nonostante tutto, pensi che sia la tua perfetta metà, ti sembra un’altra, un’estranea. E non basta. Non basti tu, non basta l’altro. Ci si mette il mondo a darti contro, a fare di tutto perché nessuno dei due possa ritrovare l’equilibrio, con il dubbio che magari, insieme, ancora insieme, potrebbe essere più facile. Ti trovi a lottare con qualcosa che non conosci. E non è un altro, uno che passava e che si è intromesso. Ti trovi a lottare con i soliti problemi e con un nemico nuovo, sconosciuto, che non sai neanche riconoscere, per questo imbattibile. A questo punto o ti mostri più forte di lui, ti sforzi per batterlo, per farti ridare la vita che amavi e che a volte pensi sia ormai compromessa, o ti ammazzi o cancelli tutto e riparti da zero, forse una soluzione difficile ma efficace. E non voglio dire che una sia meglio di un’altra, tutte comprensibili; si anche quella. E poi arriva quell’amico che ti dice che finche ce n’è non puoi arrenderti, non puoi mollare, che quando non ce la farai più te ne accorgerai e potrai elaborare il rimpianto, che non ha soluzione, perché non basta aver fatto di tutto. 
E cosa si fa ora? Ora che ti vergogni anche di aver scritto, in una forma a dir tanto elementare, quelle banalità che hai sempre disprezzato, di una tristezza infinita che puoi tranquillamente tenerti per te. Che si fa? Si schiaccia PLAY e si continua a sentire Vinicio che ti dice: “vai vai, tanto non è l’amore che va via. Il tempo si, ci ruba e poi ci asciuga il cuor”. Fallo dai, esce da solo, nonostante tutto, un sorriso. Perché è la vita che ti sta prendendo in giro, che vuole farti ridere facendoti sentire le parole giuste, la melodia giusta, nel momento giusto. E ti senti bene. :)
D9P

sabato 29 gennaio 2011

Ti guarderò da qui. Ecco a voi i Rio!

Se vi dico Ligabue vi viene in mente una cosa sola: il grande Luciano.
Sono qui però per parlarvi di un altro Ligabue e non dovrei dirvelo per non insinuare nelle vostre teste la parola “raccomandazione”. Si tratta di Marco Ligabue, fratello del cantautore, e della sua band, i Rio. Nati nel 2001 dall’unione di Marco con la voce di Fabio Mora, iniziano a fare un rock d’ispirazione tex-mex. Nel 2004 però escono con un grande primo singolo dal titolo Sei quella per me che anticipa l’album Mariachi hotel, da cui verranno estratti la title-track e La mia città. Iniziano a farsi conoscere soprattutto con i live, supportati dal più celebre Ligabue che gli regala le aperture dei suoi concerti. Nel 2007 esce il secondo disco Terra, luna e margarita da cui viene estratto il singolo forse più famoso, Come ti va, che ha partecipato anche al Festivalbar, e altre tre perle come Dimmi, La vita perfetta e Il movimento dell’aria. Arriviamo ai giorni nostri: il 6 luglio 2010 esce il terzo album Il sognatore che contiene Voglia di te, Il gigante (arrivata alle cronache per il tema ambientalista e per la collaborazione con Fiorella Mannoia e Paolo Rossi), Pezzo di cielo e la recente In ogni istante. Un album più maturo e dal sound più deciso, un pop con tentazioni rock.
I pregi di questa band sono molteplici e prescindono dall’appoggio innegabile di Ligabue: il frontman del gruppo ha una voce inconfondibile, ha carattere e personalità, intensità e ruvidezza; la scrittura musicale di Marco Ligabue ha un suo perché, ci dona un rock leggero, senza troppe pretese, melodico e energico, che emoziona e carica. Oggi esce nelle radio l’ultimo singolo intitolato Da qui, con testo di Ligabue senior e musiche dei Rio. Una canzone che non può lasciare indifferenti, un grido verso chi ci ha lasciati, ci ha fatto star male, ma che rimarrà per sempre nei nostri cuori, che guarderemo e proteggeremo comunque “da qui”.
A seguire una versione personale di Da qui, riarrangiata e cantata dal sottoscritto, che non rende giustizia all’originale perchè molto diversa, ma non per questo, spero, da buttare. Inoltre vi propongo una canzone di qualche anno fa che può darvi un’idea di chi siano i Rio, darvi un assaggio che vi consiglio vivamente di assaporare e approfondire.

AAA Cercasi il cervello degli italiani. La satira di Carmen Consoli.

Nessun periodo potrebbe essere migliore di questo per far uscire il secondo singolo di Carmen Consoli tratto dal best of Per niente stanca, dal titolo AAA Cercasi. Dopo la bellissima Guarda l’alba, che ha visto un’insolita e discussa collaborazione con Tiziano Ferro, questo secondo inedito della cantantessa siciliana racconta perfettamente l’attualità più stretta e più vicina a noi in questo momento. Donne pronte a tutto, donne che si prostituiscono e vengono pagate per il silenzio, donne che negano l’evidenza e uomini anch’essi pronti a tutto pur di soddisfare le proprie voglie e i propri istinti primordiali.
Parliamo dunque di satira, di un’ironia forse nuova per la Consoli ma di sicura efficacia anche perché oltre le parole c’è la musica. Un ritmo incalzante, prima più vuoto e poi pieno, al passo con le parole e con i significati da far passare.
A seguire testo e canzone. Riflettete gente!

Cercasi avvenente
signorina ben fornita intraprendente.
Giovane brillante
ma più di ogni altra cosa dolce e consenziente

Cercasi apprendista
virtuoso onesto imprenditore garantista
offre a donzelle in carriera
un'opportunità di ascesa inaudita

donna giovane illibata AAA CERCASI
donna usata già rodata AAA CERCASI
donna sicula o padana, oriunda clandestina
aaah vediamo come balli a suon di samba o cha cha
a colpo d’occhio sei portata e molto telegenica
ma forse ti interessa più la musica

Cercasi badante
un ottantenne miliardario affascinante
offre a cagne di strada
un’opportunità di vita più agiata

donna ipenitente e ladra AAA CERCASI
donna santa e incesurata AAA CERCASI
deceduta il giorno prima basta che sia bona

aaah come baceresti se dovessi fare cinema
scena prima ciak motore azione poi si gira
o forse ti interessa la politica
aaah ministro degli affari a luci rosse o di cosmetica
al giorno d’oggi tra i due sessi non vi è differenza
il bel paese premia chi più merita

come cantaresti anima mia o finchè la barca va
al primo ascolto sembri assai portata per la lirica
o forse ti interessa l’astrofisica...

D9P

Morsi di MMORPG #1: Dawntide

Salve a tutti. In questa nuova rubrica mi occuperò di videogiochi online, e specificamente di MMORPG, acronimo di Massive Multiplayer Online Role Playing Game. Me ne occuperò da un punto di vista molto casual, quello del “provatore” di beta (versioni incomplete dei giochi che necessitano dei pareri e dei bug report dei giocatori) o formule f2p (free to play, si gioca gratis ma si può pagare per usufruire dei contenuti avanzati o di bonus speciali): sono solito scaricare qualunque mmorpg gratuito che mi sembri interessante, e riporterò qui le mie impressioni su quanto visto.

Dawntide è un mmorpg sviluppato dalla software house danese Working as Intended, ed è attualmente nella fase di open beta: tutti possono scaricarlo (http://www.dawntide.net/) e provarlo gratuitamente. Questo gioco è decisamente orientato verso il crafting, ovvero l’artigianato degli oggetti più vari: ogni giocatore può scegliere di dedicarsi alla raccolta delle risorse e alla manifattura di strumenti utili. Tagliando alberi e lavorando il legno si possono costruire utensili, barche e persino edifici; un minatore si procurerà i metalli necessari a forgiare armi e armature; con le pelli degli animali scuoiati si producono abiti e borse per l’inventario; il cibo ottenuto pescando o cacciando può diventare un pranzetto rinfrancante se cucinato a dovere. Naturalmente le interazioni tra giocatori e lo scambio di risorse sono essenziali alla produzione su vasta scala: se una fazione è composta da membri volenterosi ed efficienti, potrà dotarsi in fretta di equipaggiamento di alta qualità e affermarsi sulle altre fazioni.

Dawntide utilizza il motore grafico Gamebryo, lo stesso di titoli celebri come Morrowind, Oblivion, Fallout 3 e Fallout: New Vegas della Bethesda Game Studios, il recente Epic Mickey per Wii e altri giochi online come Dark Age of Camelot, LEGO Universe e Rift. Il risultato è altalenante: mentre i modelli dei personaggi sono piuttosto dettagliati e gli edifici sono credibili, le texture dei terreni e degli oggetti sono mediocri, il panorama sfuma in un azzurro insulso e l’impianto di illuminazione è osceno. Anche le animazioni sono di bassa qualità: il salto, come anche in Oblivion, non si può vedere. Mentre si può notare una qualità grafica leggermente superiore alla media, è evidente che c’è ancora molto lavoro da fare per renderla ottimale. Questo aspetto mi ricorda Fallen Earth, mmorpg post-apocalittico altrettanto orientato sul crafting che provai anni fa e che da allora è stato molto migliorato sul piano estetico. Il lato sonoro di Dawntide è disastroso: già l’assenza di melodie di sottofondo è triste, ma l’apparizione e la sparizione improvvisa dei suoni ambientali, come si può notare avvicinandosi e allontanandosi dal torrente che scorre nella città di partenza, sono davvero deprimenti.

Helene Hegemann, Roadkill • Einaudi, Stile Libero Big, 2010

More about Roadkill
Non "Emozionante"; "Emo" e basta. E pure scopiazzato

Non Consigliato • voto: 1/5


A dispetto della quarta di copertina, che attraverso le parole di un critico tedesco strilla che «se la vita dei giovani non dovesse essere così terribile come ce la racconta la Hegermann, dopo questo libro lo diventerà», in realtà il libro non fa che ripercorrere tematiche viste e riviste, storie di abusi (sessuali, chimici e musicali) che hanno spopolato negli anni '80 e '90.

Più che la testimonianza di una gioventù bruciata e maledetta, la storia appare come un patinato prodotto delle mode narrative di oggi, dove al polo melenso e metropolitan-sentimentale di un Moccia nostrano si oppone un polo emo-techno-horror-lagnante, i cui serissimi argomenti principali (gli abusi di ogni tipo, la famiglia in pezzi, le angosce delle dipendenze) vengono affrontati con un autocompiacimento che risulta noioso e dozzinale.

La critica letteraria teutonica pare di tutt'altro avviso, elevando questo romanzo d'esordio (l'autrice, figlia del drammaturgo teatrale del Volksbühne berlinese Carl Hegermann, ha soli diciassette anni) al livello di capolavoro della nuova letteratura tedesca, tanto che "roadkill" è arrivato fra i finalisti al prestigioso premio letterario della Fiera di Lipsia.

Le accuse di plagio. Il romanzo vanta diverse accuse di plagio piovute sulla testa dell'autrice non appena il romanzo è stato dato alle stampe. La Hegemann si difende invocando la filosofia del missaggio di media differenti, dell'obsolescenza del diritto d'autore (peccato che molte frasi siano riprese pressappoco identiche da un romanzo pubblicato un anno prima, e da alcuni blog berlinesi). Nell'edizione italiana la casa editrice Einaudi si tutela dietro la più sobria formula delle "fonti e ringraziamenti" in appendice al libro, dove vengono elencati "parti di libri, canzoni, film, blog, eccetera, sotto forma di citazione letterale, citazione modificata o mera ispirazione" che "sono confluiti nel testo", mettendo così nello stesso pentolone le fonti d'ispirazione dai passi scopiazzati e copiaincollati con qualche modifica, e tanti saluti.

Unica nota positiva del testo, a mio avviso, può essere riconosciuta nell'uso a volte interessante del linguaggio, che in alcune occasioni prende la forma di un flusso di pensieri con l'intenzione di intensificare, con discreti risultati, il senso di smarrimento dei sensi provato dal narratore. Peccato che nella traduzione italiana sia difficile attribuire la riuscita più o meno felice di questo espediente all'autrice piuttosto che all'attenzione dovuta a simili situazioni in fase di traduzione, tantomeno è possibile giudicare il peso dell'operazione di editing della casa editrice sulla stesura originale dell'autrice.




Ironic

venerdì 28 gennaio 2011

Ecco finalmente il nuovo singolo di Caparezza: Goodbye malinconia

Siamo lieti finalmente di presentarvi il singolo Goodbye malinconia di Caparezza, apripista dell'album Il sogno eretico (di cui abbiamo parlato qui: http://vc-vasicomunicanti.blogspot.com/2011/01/caparezza-brucera-il-primo-marzo.html). Ciò che più colpisce è il featuring del tutto inaspettato e quantomeno curioso: il ritornello e l'inciso di questa canzone sono eseguiti dal grande Tony Hadley, leader storico degli Spandau Ballet, idoli degli anni '80. A un primo ascolto il contrasto tra le due voci si sente però è proprio questo che rende quell'idea di malinconia suggerita nel titolo. Non è sicuramente una canzone come Vieni a ballare in Puglia o altre, immediatamente godibili ma dedicandogli un po' di tempo viene fuori in tutto il suo valore.

D9P

giovedì 27 gennaio 2011

L'isola dei segreti

"Giovani menti brillanti cercasi per grande progetto”, così si apre questo romanzo scritto dalla promettente londinese Scarlett Thomas. La storia è basata su sei giovani protagonisti, sei menti a loro modo “brillanti” che vengono scelte dopo un misterioso colloquio proposto tramite le pagine di un giornale. Questi ragazzi, tre femmine e tre maschi, vengono successivamente trasportati su un’isola sconosciuta, privi di sensi; al loro risveglio si accorgono che essa  è disabitata ma provvista di una casa dotata di tutto il necessario per vivere. Il racconto si sviluppa in modo avvincente, pieno di tensione, mescolando molte situazioni diverse. I ragazzi ovviamente iniziano a indagare su come siano arrivati in quel posto, chi ce li abbia condotti e per quale scopo. La suspense che si crea come conseguenza alle scoperte poco piacevoli che verranno alla luce è contrastata dalla strana atmosfera che nasce tra i giovani, talvolta gradevole, talvolta litigiosa, spesso compiacente. In questo caso l’autrice è molto brava a fondere i due aspetti danno al lettore numerosissimi spunti per elaborare una propria teoria sulle strane vicende narrate e allo stesso tempo attirare la sua attenzione con le vicende “amorose” sempre in divenire.

Il libro è molto scorrevole, mai noioso ed è difficile staccarsi senza arrivare almeno alla fine del capitolo. Lo consiglio a tutti quelli che amano i gialli ma non solo perché sarebbe riduttivo etichettarlo come thriller; in esso sono presenti storie di giovani amori, amicizie e attrazioni che però si sviluppano in un contesto particolare che rende il tutto più incerto, complesso ma allo stesso tempo piacevole. Non aspettatevi però un racconto pieno di significati profondi o riflessioni, la storia è interessante e lo è ancora di più il rapporto tra i personaggi, ma resta comunque un libro leggero e poco impegnativo.
Infine vorrei sottolineare la curiosa illustrazione che fa da copertina al libro: è una peculiarità che la Newton Comptom ha scelto di utilizzare per alcuni romanzi, presentano disegni e colori che attirano l’attenzione e danno al libro una veste grafica innovativa.

Mywo

PSP2? No, NGP! Ecco la nuova console Sony!


Dopo tante indiscrezioni, voci di corridoio e finte immagini sbucate dal nulla, Sony presenta finalmente quello che è stato conosciuto a lungo col nome di PSP2. Non si sa ancora moltissimo, ma quel che è emerso è sorprendente. Schermo a 5 pollici OLED touch, tutti i classici tasti che ci si aspetta più... un touch pad POSTERIORE. Resta oscuro come possa essere usata questa caratteristica, ma è di sicuro interessante.
L'NGP presenta anche il sistema di controllo SixAxis, ereditato dal controller PS3.
Sul fronte connettività l'NGP sarà dotato di wi-fi, GPS e 3G: non sarà possibile effettuare telefonate, lo ha già chiarito Sony, ma tutti questi sistemi di connessione saranno sfruttati per vari servizi on-line e per altre caratteristiche nei giochi (come la realtà aumentata).
L'NGP pare avere una potenza di calcolo mostruosa: sono state mostrate delle demo di un nuovo Uncharted e Tim Sweeney di Epic Games ha annunciato che l'Unreal Engine 3 girerà sulla nuova console Sony. C'è stato un momento di panico quando un video di Metal Gear Solid 4 è stato mostrato su NGP: ma subito è stato chiarito che era solo un video per dimostrare la potenza della console e che non c'è alcun porting dell'ultimo capitolo della saga di Kojima in corso. 
Resta il fatto che la console potrebbe essere in grado forse di far girare giochi PS3? Bel mistero e affascinante prospettiva.
Ecco una lista dei primi titoli annunciati: Uncharted, LBP, WipEout, Resistance, Broken e Yakuza. IP nuovi: Gravity Daze, Reality Fighters (in realtà aumentata) e Little Deviants.


Ghost3fano
(http://thunderscored.blogspot.com/2011/01/dopo-tante-indiscrezioni-voci-di.html)

Best goal of the week #2

Torna la nostra rubrica con i migliori gol della settimana. Come noterete le reti sono sempre almeno del week end passato in quanto chi realizza il video deve avere il tempo di visionare e raccogliere i gol da tutti i maggiori campionati Europei e non.
Questa settimana i gol sono particolarmente belli, da segnalare il centro di Roberto Carlos, direttamente su calcio d’angolo. Evidentemente gli anni passano (37) ma il micidiale esterno mancino del brasiliano non si arrugginisce! Molto bello anche il gol di Ruben Cani del Villarreal che segna da centrocampo  una rete che ricorda moltissimo quella di David Beckham quando ancora vestiva la maglia dello United.


1) Carlos Tevez (Manchester City)
2) Anthony Stokes (Celtic)
3) Roberto Carlos (Corinthins)
4) Ruben Cani (Villarreal)
5) Alex Terra (Melbourne Heart)
6) Ibrahimovic (Milan)
7) Jairo (Santos)
8) Mark Roberts (Ayr United)
9) Samuel Eto’o (Inter)
10) Samuel (Paços de Ferreira)

A voi.

Mywo

mercoledì 26 gennaio 2011

VaSongs #2


Secondo appuntamento con le novità musicali del momento. Ed è proprio periodo di grandi ritorni, due su tutti: i Beady Eye, la nuova band nata sulle ceneri degli Oasis e i mitici Duran Duran.
The roller è il terzo singolo per la nuova formazione di Liam Gallagher e si presenta come un rock’n roll con ampie chitarrate a segnare il ritmo. Puro stile Oasis (e a tratti John Lennon) e ben poche innovazioni, ma può funzionare.

Il gruppo capitanato da Simon Le Bon, sempre giovanile anche con il passare degli anni ’80, si presenta con il singolo All you need is now, canzone che si riaggancia agli ultimi lavori, come (Reach up for the) Sunrise e What happens tomorrow del 2005: sempre coerenti con il passato non disdegnano l’elettronica e il rock.
Proprio dal rock pesco Pyro, ultimo singolo dei Kings of Leon (ne abbiamo parlato qui: http://vc-vasicomunicanti.blogspot.com/2011/01/levoluzione-dei-kings-of-leon-come.html). La band, finora ignorata dalle radio italiane, con una dolce chitarra affiancata da una straziante voce (simil Pearl Jam), vuole raccontare il pensiero di un ragazzo qualunque che, faccia a faccia con la realtà, si trova in un mondo completamento diverso da quello tanto desiderato.
A proposito ancora di ritorni, impazza nelle radio Adele, cantautrice britannica che nel 2008 aveva esordito con la celebre Chasing pavements. Torna a distanza di qualche anno con Rollin in the deep,
con un nuovo stile, quasi in linea con la moda un po’ vintage del momento.
Una piacevole, personale, sorpresa arriva da Shakira che dopo i tormentoni Waka Waka e Loca, ci presenta la sua visione ottimistica della vita: si tratta di Sale el sol, pezzo molto melodico, in cui dopo una tormenta di paure e dubbi amorosi, quando meno pensi arriva il sole. Rimaniamo in attesa allora.
Un’artista italiana che sorprende sempre è Malika Ayane che, dopo l’eccezionale successo di Hello! (col fidanzato Cremonini), ci porta in un’atmosfera magica e tormentata con Il giorno in più, scritta da Pacifico. L’apertura del ritornello è dolcissima e trasforma le note e la melodia in speranze.
Segnalazioni veloci: come preannunciato su VC, Voglio molto di più, colonna sonora del film Vallanzasca, è il secondo singolo dei Negramaro; direttamente dall’ennesimo greatest hits di Robbie Williams arriva Heart and I, che segue nelle radio il duetto con Gary Barlow, Shame.
Tengo per ultima la maggiore sorpresa: il talentuoso Bruno Mars, dopo lo strepitoso successo dei duetti Nothin’ on you e Billionaire ma anche del suo primo singolo Just the way you are, si propone con un’altra veste in Grenade. Un urlo disperato (anche se spesso banale e esagerato) verso chi non capisce e non condivide l’amore che si può arrivare a provare per una persona e cosa si farebbe per lei. E spreca tutto gettando nell’immondizia qualcosa di speciale e vitale, spesso senza pensare a cosa si perde. Ci pensa Bruno Mars a ricordar(te)lo.

D9P

martedì 25 gennaio 2011

Novità per Noemi, supportata da Vasco Rossi

Noemi ritorna in scena con un nuovo singolo dal titolo Vuoto a perdere, che anticipa il nuovo album in uscita in primavera e prodotto da Corrado Rustici (grande personaggio della musica italiana che ha collaborato con Ligabue, Negramaro, Bocelli, Elisa, De Gregori, Zucchero e molti altri). Ciò che colpisce nella carriera di Noemi (all’anagrafe Veronica Scopelliti) è l’interesse che hanno rivolto verso di lei grandi artisti come Fiorella Mannoia (e le Amiche dell’Abruzzo), Claudio Baglioni, senza contare i Neri per caso. Ora tocca a Vasco Rossi e Gaetano Curreri (leader degli Stadio) che si sono impegnati a scrivere il nuovo brano di Noemi che vi anticipiamo qui sotto con 40 secondi di anteprima. Vuoto a perdere, nelle radio dal 28 gennaio, è incluso nella colonna sonora del nuovo film di Fausto Brizzi, Femmine contro maschi. Noemi è la dimostrazione di come costruendo un progetto serio e non orientato semplicemente a un guadagno immediato (per quanto alto), i grandi talenti usciti da XFactor possono durare e diventare dei grandi.

D9P

lunedì 24 gennaio 2011

Uno sguardo oltremanica


Soldi, spettacolo, stadi all’avanguardia e di conseguenza sempre pieni. L’appeal della Premier League ormai è consolidato e l’ha resa di fatto il campionato più bello e avvincente del globo. Le ragioni sopra citate però non bastano a spiegare l’ascesa di questa Lega: in Premier si gioca a calcio e non a calci. Gli arbitraggi sono molto diversi da quelli presenti negli altri campionati, lì si privilegia il gioco facendo correre moltissimo, permettendo scontri fisici che, in Italia ad esempio, sarebbe tutti sanzionati. Il risultato è un gioco molto più fluido e piacevole da vedere, senza le continue interruzioni presenti nel calcio nostrano. Questa particolare interpretazione di gioco è però favorita dal tipo di cultura che tutti, dai giocatori agli allenatori, dai tifosi agli arbitri hanno. Il clima è totalmente diverso, la partita è presa come uno spettacolo, uno sport che deve sottostare a determinate regole, oltre che di gioco anche morali. Scordatevi, guardando una partita di Premier le proteste plateali per ogni minimo contatto che si vedono in Serie A, scordatevi risse tra galletti esaltati che appena vengono toccati mettono in mostra tutto il loro ego. Il gioco rimane un gioco, le decisioni che sono prese dal direttore di gara vengono rispettate e con essi si ha un dialogo fatto di reciproco rispetto.
Un altro aspetto che ha fatto sì che il campionato inglese arrivasse a questo livello è ovviamente la presenza di stadi di proprietà, costruiti appositamente per il calcio. Stadi in cui andare a vedere una partita è come andare a teatro. Qui però è inevitabile un ritorno al concetto di cultura calcistica oltre che sportiva. In Premier non esistono bandiere, striscioni, petardi o “motorini”; sono ammesse le sciarpe, il buon senso e la voglia di vedere uno spettacolo. Chi pensa di andare allo stadio per sfogare le delusioni settimanali è consapevole del fatto che ci sono telecamere, polizia e celle all’interno degli stessi impianti. Il calcio appunto è visto come uno sport.
Questi due fattori hanno fatto si che negli ultimi dieci anni la Premier abbia attirato l’attenzione di moltissimi grandi imprenditori, magnati, emiri da tutto il mondo pronti ad investire il loro denaro in un qualcosa che magari non gli avrebbe dato un ritorno economico, ma d’immagine sicuramente. In poco tempo tutti i più grandi Club sono passati in mani estere: Manchester United, Liverpool, Arsenal, Aston Villa, West Ham e molte altre ad imprenditori americani; il Chelsea al magnate russo Abramovich, e ultimamente il Manchester City allo sceicco plurimiliardario (si miliardario, non milionario) Mansour.
Il risultato è un campionato aperto, spettacolare, seguitissimo e pieno di campioni. In questa stagione guida in modo abbastanza inaspettato il solito Manchester United del vecchio volpone Sir Alex Ferguson, arrivato alla venticinquesima stagione alla guida dei Red Devils. Questo United è probabilmente il meno forte e quotato degli ultimi 6-7 anni. In estate oltre a qualche giovane è arrivato il solo Cicharito Hernandez ma nonostante questo la squadra è lì davanti a tutti. La peculiarità che da sempre caratterizza questo team è il fatto che i suoi giocatori riescano sempre a capitalizzare le occasioni che gli capitano, riuscendo quasi sempre a fare la cosa giusta nel momento giusto. Il merito è ovviamente dell’allenatore che è in grado di lavorare molto sulla testa dei giocatori.
Al secondo posto troviamo l’Arsenal di Wenger. I gunners sono senza dubbio la squadra più spettacolare della Premier, con il loro gioco armonioso, mai banale, pieno di tanto possesso palla che ricorda il Barcellona. Il tecnico francese ha il grande merito di lanciare ogni anno tantissimi giovani interessanti, infatti la sua squadra ha la media età più bassa del campionato. Un esempio lampante è dato sicuramente da Jack Wilshere, titolare del centrocampo gunners nonostante i suoi 18 anni appena compiuti (1 gennaio 1992). Nonostante sia dal 2005 che l’Arsenal non vince trofei ha una media di spettatori pari a 56000 presenze a partita a fronte di una capienza dello stadio di 60355, proprio a dimostrare quanto sia piacevole il gioco che esprime.
Terzi troviamo i citizen di Roberto Mancini. La squadra dello sceicco Mansour è si in lotta per il titolo ma, anche a fronte delle spese fatte e ancora in divenire, non ha un gioco e si basa sul invenzioni singole dei suoi numerosissimi campioni. In estate sono stati spesi 160 ml di sterline, la rosa a disposizione del tecnico jesino è senza dubbio la più completa, una delle migliori tre al mondo ma non è aggiungendo campioni e presunti tali che si vince in Premier, serve programmazione e soprattutto si deve dare un senso d’appartenenza ai proprio giocatori, cosa che Mancini è ben lontano dal riuscire a fare.
Al quarto posto troviamo il Chelsea di Carletto Ancelotti che dopo la vittoria dello scorso anno e una partenza lanciatissima sta attraversando un momento di crisi di risultati e gioco. Tutto ciò era prevedibile vista l’alta età media dei suoi giocatori e la mancanza di alternative valide ai soliti titolari. A quanto pare Abramovich è stufo del suo giocattolo visto che in estate è arrivato il solo Ramires. Questo è il principale problema delle squadre con un magnate alla loro guida: riescono a rimanere competitive fino a quando ci sono gli investimenti ma non appena questi vengono meno ci si trova in grande difficoltà. Se a United e Arsenal venisse di colpo tolta la possibilità di fare mercato, entrambe rimarrebbero competitive per la lotta al titolo per molti anni visti i grandi investimenti e la capacità dei loro manager di lavorare sull’accademy.
Veniamo ora ad uno sguardo generale sul resto delle squadre: il Tottenham, prossimo avversario del Milan, è lì in lotta per un posto Champions, trascinato dal miglior acquisto della premier di quest’anno, Rafael Van der Vaart e dal sempre più incontenibile Gareth Bale. La squadra più in difficoltà tra le “grandi” è sicuramente il Liverpool: i reds hanno appena cambiato allenatore ma rimangono un team troppo incostante e che dipende totalmente dai suoi due grandi campioni: Steven Gerrard e Fernando Torres, con loro in campo possono giocarsela alla pari con chiunque, senza faticano anche con l’ultima in classifica. Come nota finale è doveroso segnalare il sesto posto in solitaria del Sunderland, la squadra allenata da Steve Bruce sta giocando sicuramente al di là delle più rosee aspettative dimostrandosi solida e molto affiatata.
Ad oggi il divario tra la Premier League e la Serie A appare piuttosto marcato e non facilmente colmabile.

Mywo

venerdì 21 gennaio 2011

Best goal of the week


Usufruendo di questo canale YouTube vorrei creare una rubrica in cui sarà inserito il video con i migliori dieci gol settimanali presi da tutti i campionati europei, comprese le serie inferiori. Oltre a goderveli commentate e diteci quale vi è piaciuto di più!
I gol di questa settimana sono:
1) Diakhatè (Lione)
2) Freddy Guarin (Porto)
3) Oscar Cardoso (Benfica)
4) Lionel Messi (Barcellona)
5) Hulk (Porto)
6) Cavani (Napoli)
7) Ahmedov (Uzbekistan)
8) Stephen Husband (Stockport)
9) Saviola (Benfica)
10) Sergio van DijK (Adelaide United)

Buona visione

Mywo

Alex Britti firma la colonna sonora di Immaturi

Ritorna sulla scena musicale Alex Britti. L’occasione di questo ritorno gli è data dal film Immaturi, diretto da Paolo Genovese (La banda dei babbi natale) e in uscita nelle sale oggi: un nuovo singolo, dal titolo omonimo a quello del film, colonna sonora di questa commedia dal cast stellare. Immaturi anticipa il primo best of, di prossima uscita, del cantautore romano che dopo It.pop, La vasca, 3, Festa e .23 si concede una celebrazione dei primi 12 anni della sua carriera.

Il sound è il solito di Britti: una ballata senza grandi pretese con l’inconfondibile tocco di chitarra di uno dei più grandi musicisti italiani. Non certo uno dei migliori prodotti di Alex Britti ma comunque tutto da scoprire. Nota stonata: i cori, che lasciano un po’ a desiderare e sarebbero da rivedere.

Il testo parla della generazione di quarantenni (di cui Britti fa ormai parte), di persone insicure attratte dai ricordi di gioventù e che “forse adulti non saranno mai”. Il tema è lo stesso del film che vede un gruppo di uomini e donne, ex compagni di scuola, che si ritrovano dopo anni a causa di un disguido ministeriale (attualissimo) che porta il gruppo a dover riaffrontare l’esame di maturità. Una sorta di Notte prima degli esami per quarantenni supportata da un grande cast: i futuri co-conduttori di Sanremo Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, la bellissima Anita Caprioli (Santa Maradona, Si può fare), Barbara Bobulova (Manuale d’amore 2), la lanciatissima Ambra Angiolini (Saturno contro) e Ricky Menphis (Milano-Palermo il ritorno).
Il video ufficiale, diretto da Cosimo Alemà, vede l’intero cast impegnato a suonare con Britti la canzone Immaturi, il tutto alternato a immagini del film. 
D9P

Ce lo meritiamo


Martedì 11 gennaio 2011: durante la trasmissione televisiva “Ballarò”, il ministro della pubblica (d)istruzione Maria Stella Gelmini esprime la sua opinione sulla scuola superiore pubblica e sull'utilità della sua riforma.
Solitamente non sono il tipo che si scalda, in particolare quando l'argomento di discussione è la politica italiana: ormai preferisco evitarla, o almeno ignorarla, considerata l'immensa mole di inquinamento mediatico dal quale è praticamente impossibile sfuggire. La nausea, che mi assale non appena accendo la tv o sfoglio un giornale, mi ha portato ad uno stato di totale disinteresse, di apatia. In questo caso, però, la situazione mi è sembrata talmente paradossale da meritare una riflessione, e non semplicemente perchè è stato tirato in ballo il corso di studi che ho deciso di seguire, ovvero “Scienze della Comunicazione”. Premetto di non aver visto per intero la trasmissione, ed essere venuto a conoscenza solo successivamente del video “incriminato”; il mio quindi non vuole essere un attacco diretto alla Gelmini, ma una riflessione generale sulla situazione del nostro paese. Il quadro mi sembra infatti molto più ampio e sconcertante, anche e soprattutto dopo aver letto un numero consistente di commenti in giro per il Web. Ma andiamo con ordine. Le prime, enormi incongruenze  emergono già a proposito del carattere tecnico-professionale con cui è impostata la riforma: a parte la (non casuale) confusione tra istruzione superiore e universitaria, in realtà tutto si sta facendo tranne che rendere l'istruzione “professionalizzante”. Ne è una prova il fatto che, nelle intenzioni del ministro, tutte le scuole superiori dovrebbero diventare dei licei, perdendo così tutti quegli elementi che li rendevano davvero caratterizzanti: riuscite ad immaginarvi istituti alberghieri senza ore di pratica in cucina, istituti tecnici senza più laboratori di elettronica, meccanica, fisica, chimica? Presumo di no, ed invece è proprio quello che, in virtù della sua illuminata visione (se si vuole essere ottimisti, per non considerare l'opzione “tagli selvaggi”), il ministero dell'istruzione sta cercando di attuare, e ve lo dice uno che, tra segreterie ed insegnamento, ha mezza famiglia impiegata nel mondo della scuola. Morale della favola: gli istituti tecnici saranno sempre più teorici, quindi davvero in grado di preparare quei “profili tecnici competenti” che vengono vagheggiati dal ministro, mentre la vera formazione pratica verrà sempre più affidata ai centri di formazione professionale, che nella maggior parte dei casi si rivelano dei veri e propri “parcheggi sociali” in cui vengono lasciati i ragazzi che, in qualche modo, devono adempire l'obbligo scolastico.  
Questo per quanto riguarda, in sintesi, la scuola superiore. E l'università? A parte le ovvie considerazioni sullo stato delle cose attuali (mi è sembrato di sentire, tra le altre cose, “fuga di cervelli”) e quelle specifiche del ministro, sulle quali non mi voglio nemmeno soffermare (è proprio grazie all'“inutile comunicazione” che il suo partito è nato e sta ancora in piedi, permettendo a lei di stare sulla sua comoda poltrona), la questione è secondo me più generale ed allo stesso tempo profonda.
E qui arriviamo a tutta la serie di commenti nei quali, scorrendo le pagine di vari siti, mi sono imbattuto. Quello che mi colpisce sempre è la grande capacità della classe politica di aizzare, nei momenti di difficoltà, delle guerre tra poveri, in modo da distogliere l'attenzione dai reali problemi. Una semplice serie di casualità, oppure conseguenza di una mirata strategia comunicativa?
Anche in questo caso, si può tranquillamente concludere che l'obiettivo sia stato centrato in pieno: così, al posto di riflettere con cognizione di causa sull'università e sulle prospettive di lavoro, eccoci tutti impegnati in faide tra studenti degne dei bambini dell'asilo. “La mia facoltà è più difficile”, “il tuo corso di laurea è inutile”, “io per passare un esame devo studiare tremila ore mentre te basta che ti guardi un film con una canna in mano”, ecc... della serie “il mio giocattolo è più bello del tuo!”, “si ma il mio costa di più!”. Sono rimasto senza parole. Coerentemente a quanto vogliono farci credere, tutto ciò che non rientra in produzione, consumo, soldi, non vale più nulla. Gli unici davvero abilitati allo studio sembrano essere gli ingegneri, gli economisti ed i medici. Per il resto? Una banda di nullafacenti, un fardello che la società costituita da questi “eroi” deve portarsi sul groppone. In realtà, oltre a tutto ciò che sta tra questi passaggi – chiave dell'economia e della società  moderna, nello caso specifico è stata semplicemente ignorata un'intera realtà: l'Italia. Già, perchè che cosa serve studiare storia, archeologia, storia dell'arte, ma anche scienze naturali, ecc. in un paese che possiede un patrimonio storico, artistico, culturale, paesaggistico, naturale inestimabile?
Patrimonio che, se sfruttato in modo intelligente, potrebbe quasi da solo far camminare l'intera economia italiana? Dalle parole del ministro, semplicemente niente, e purtroppo non è l'unica a pensarla così. In fin dei conti, è proprio questo a demoralizzarmi di più: la nostra classica propensione a non saper guardare oltre il nostro naso, a rinchiuderci nella nostra torre d'avorio per pensare solo ai propri affari per poi permetterci anche di giudicare. Finchè le cose saranno così, non potrò che continuare a pensare che la situazione di cui tanto ci lamentiamo, in realtà ce la meritiamo. Senza dover dare sempre la colpa alla Gelmini di turno.

ramonz87